Di quale magico inchiostro si nutrono le tue dita, amore
per saper dipingere quei buffi omini
con le gote rosse di superbia
una mano nella giubba come Napoleone
e l'altra a frugare gli spiccioli intascati
Di quale forza sono capaci le tue mani
quando coccoli quell'esserino
nato da un pensiero più grande di ogni se, e di ogni Sé
e versi immaginarie tazze di caffè
Di quale materia sono fatti i nostri giorni, piccola
Piume per solleticarti e muoverti al riso
Seta per accarezzarti la fronte e le palpebre
Vetro per far ticchettare le gocce di pioggia
Acqua di fiume per le labbra che si cercano
Di quali sogni sono fatte le nostre notti, amore
se le luci che accendi dentro me non si spengono mai
e ci troviamo stupiti, ansanti ad immaginare
di estrarre dal cassetto sempre nuovi balocchi
Lo chiedo al vento
e poi lo lascio continuare la sua corsa
so che la mia attesa del tuo sguardo
non sarà mai sprecata
(A. M. - martedì 16 novembre 2010 - ore 22.46)
Nessun commento:
Posta un commento
Dicevi?