Ad un compagno di viaggio,
perché le promesse si mantengono
e perché non me ne sono dimenticata.
Perché i sogni s’inseguono
e a volte succede che ti sbagli,
e a volte succede che cadi.
E pure che quegli stessi sogni ti deludono
o sembra proprio sia così.
Anche se è bello e ci piace, sognarli.
E continuare.
E allora finisce che non ci si crede più
e che hai solo voglia di ricominciare da capo
e cancellare il passato.
E smettere, chiudere, con tante cose.
Che importa se sono persone.
E fa male. A volte fa veramente male.
Ma fai finta di nulla e te ne vai.
Che ti costa in fondo?
E dimentichi, e cancelli.
E sogni
di ripartire solo in un nuovo viaggio,
e magari ci riesci anche.
Allora rimani più deluso ancora,
ma tanto dimentichi.
E cancelli.
Che importa?
Poi succede che si cambia
e non si vuole ritornare sugli stessi errori,
ma questo succede sempre,
lo sai.
Poi ti senti intrappolato
ed è qualcosa che non senti ti appartenga.
Non senti troppa forza dentro quella storia,
quell'amore che si svaluta piano piano,
che perde senso, e colore,
calore.
E il "prima" non te lo ricordi più,
o forse non vuoi, ma che c'entra.
E succede che in questo post-it c'è scritto altro:
ci sono esigenze, realtà,
situazioni con cui fare i conti
e voglia di evasione,
di cambiamento,
di uscire.
E succede che non lo capisce nessuno:
cosi sembra,
cosi è.
E hai voglia di evasione, di cambiamento, di uscire,
ma ci sono anche realtà, situazioni
con cui fare i conti.
Realtà: le più assurde.
Ti senti cosi solo a volte.
Poi scovi quel che cerchi
o qualcos'altro,
ma qualcosa
in altro.
E allora...ne vale la pena?
E succede che vicino, in tutti i sensi,
qualcosa alla fine grazie a dio lo si trova.
E ci si sta bene.
Davvero.
E allora i ricordi svaniscono
o si allentano
come nodi non troppo stretti,
e anche se fa male
si finisce per ricominciare,
cambiare.
Senza commettere, speriamo,
gli stessi errori.
Voglia di evasione, voglia di vivere.
E non di lasciarsi e farsi vivere.
Voglia di essere se stessi, finalmente cristo!
Bene o male che sia.
Con difficoltà alla portata.
Più "normali".
E anche se ti viene da chiederti cosa sia
questa benedetta "normalità",
non farlo,
non stanotte,
non in questo giorno dalle luci scure
e un po' perverse
nel continuare
ad illuminare lo stesso cielo.
O forse uno un po' diverso.
Sempre diverso,
ma pur sempre un cielo.
Ostacoli: e non hai più voglia di sentirne parlare.
Tempo insicuro, bastardo, e tiranno come sempre.
Ma non ti provoco,
ho solo voglia di vivere,
e di cambiare un po’, come te.
Per essere
quel che sono.
Vivere.
Non mi divertivo.
Abbiamo parlato di destino insieme
anni fa.
Ci abbiamo creduto.
E adesso poi
poi succede che
è sempre la stessa musica
e hai voglia/bisogno di libertà.
Silenzio,
mancanza di comunicazione,
assenza di parole,
nessun rumore che distoglie
l'attenzione.
Solo con te stesso,
con te solo i tuoi pensieri,
unica cosa che davvero possiedi.
Pensieri che sfuggono,
che nessuno ti potrà toccare.
Concetti, giudizi, idee.
Poi succede che qualcosa
continua
e continua
ad esserci,
ad esistere,
a vivere
e ti chiedi perché qualche volta.
O preferisci non chiederti nulla più.
Perché un problema è proprio quello.
Continue domande,
ricerca,
e le risposte sembrano cosi lontane.
Ma non è mai troppo tardi.
E non è un invito,
è un riassunto.
.
(2000)
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