SPIRALE CICLICA

Si corre soli. Si corre come cani senza guinzaglio in strade di paesini senza padroni. Eroi per giorni che se ne sono andati come faremo noi con le museruole sciolte, ma senza accorgerci. Ci saremmo portati bottiglie di vino rosso e penne scariche se avessimo saputo. Un cast di attori più che di eroi.

martedì 31 agosto 2010

La nausea, il mal di denti, l'amicizia, l'amore, il gol e la nave che va

Io piuttosto che la nausea preferisco un feroce mal di denti,
un mal di denti da urlare e non dormire, che neanche servono
pastiglie e pastiglione. Però l’indomani vado
dal dentista che in un modo o nell’altro
toglie il male o toglie il dente o l’aggiusta.
Io preferisco i mali localizzati in un punto:
mali onesti, precisi. La nausea invece
non so dove abita, non è in un punto del corpo,
non è neppure tutta nel corpo, è nel corpo
e nella mente e anche fuori, nell’aria, nella stanza,
nella luce intorbidita, nel fastidio che dà un movimento:
e i medici fanno finta di saperne qualcosa
ma non ci azzeccano mai, non hanno niente da togliere
né da aggiustare, fanno ipotesi, ti danno medicine
che non servono a niente. Con il mal di denti
sono riuscito a baciare in un giorno di neve
e a fare l’amore. Con la nausea non riesco
neppure a dire una cosa a un amico.

L’amicizia e l’amore sono una cosa che è bella
(dico «una cosa» e non «due cose» perché spesso non distinguo
amicizia da amore, ci sono sfumature differenti,
certo, ci sono, c’è il sesso, c’è un diverso
modo di abbracciare, ma è un po’ tutto mescolato,
secondo me è un po’ tutto mescolato),
l’amicizia e l’amore sono la cosa più bella, una cosa
che sta all’opposto della nausea, vediamo se riesco a spiegare,
non sta all’opposto del mal di denti,
sta all’opposto della nausea, perché come la nausea
non so dove abita, non è in un punto del corpo,
non è neppure tutta nel corpo, è nel corpo
e nella mente e anche fuori, nell’aria, nella stanza,
nella luce illimpidita, nella gioia che dà un movimento:
e i sapienti fanno finta di saperne qualcosa
ma non ci azzeccano mai.

Helen dice che quei pochi minuti che mi è stata intorno
dovrebbero bastarmi a sapere come sorride.
Le chiederò se lei sa come sorrido io. Io no,
non sono sicuro di sapere come sorride Helen:
i pochi minuti vengono spesso sopravvalutati
e ci facciamo le nostre immaginate – io per primo:
per i pochi minuti che mi è stata intorno Eva
sono convinto di sapere moltissimo di lei:
la sposerei, sulla base di ciò che credo di sapere
per i pochi minuti che mi è stata intorno, Eva.
E lo credo davvero, non c’è niente da fare.
Bisognerebbe invece stare molto attenti
ai pochi minuti, a questo sopravvalutare
la conoscenza di tre sguardi, cinque gesti e quindici parole.
Pensare che nelle vere storie d’amore d’amicizia
si va avanti per anni e si scava uno nell’altro
con affettuosa attenzione, con profondità,
eppure dopo anni si scopre che c’è molto
di sconosciuto ancora – lo notavamo giorni fa
io e una donna che ci amiamo a lungo.

Ma certo è sempre complicato perché
l’amicizia-amore non abita in un punto
(è l’opposto della nausea, non del mal di denti)
e quindi è una cosa che ne vedi delle parti
un po’ dappertutto, magari becchi dell’essenziale
il primo giorno, magari dopo un secolo,
e poi trovi dell’altro essenziale che è più essenziale ancora,
è tutto un andare avanti così.
Helen pensa che io dopo pochi minuti dovrei sapere
come sorride lei, io penso che dopo pochi minuti
so i pensieri più profondi di Eva, come ride e come piange,
io e la donna che a lungo ci amiamo
sappiamo di sapere di noi una parte ma non tutto,
è tutto un sapere o un pensare di sapere,
un andare dappertutto perché l’amicizia-amore
è dappertutto, è l’opposto della nausea,
e infatti quando manca l’amicizia-amore
trionfa la nausea: così almeno accade a me.

Che cosa sia l’opposto del mal di denti
adesso non saprei: forse quelle gioie precise
ma un po’ limitate, molto ben delimitate,
tipo un gol allo stadio della squadra del cuore,
che se uno è un tifoso è un godere, mica no,
ma poi già sul tram verso casa si toglie,
si toglie come un dente. Comunque questo
non ha molta importanza.

Io piuttosto che la nausea preferisco un feroce mal di denti,
ma piuttosto che un gol allo stadio preferisco
il complicato amore che non so dove abita, non so
quanto è dentro e quanto è fuori, dove prende,
che onde fa, come sale e come scende: ma che è così bello
che accetto ogni beccheggio e ogni rollìo nel mentre che
– per concludere con una figata di metafora classica –
passa la nave mia per mare procelloso
compiendo il viaggio suo
breve e meraviglioso.

Carlo Molinaro - 2010

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