Vorrei che tu, amore, facessi come la neve di questi giorni: si poggia su tutto senza stare a discernere tra tetto e tetto, strada e strada,... dove sì e dove può esser rischioso... scende, scende e col sole se ne sta sdraiata sui tetti ancora un po' a sentirsi squagliare neanche fosse in spiaggia a flirtare e poi giù di nuovo a rincorrere e rimbeccare, rilanciarsi. E per le strade è ammucchiata a costruire opere d'arte neanche troppo moderna, molto migliori di quelle seminate da contadini immodesti in città. Ti fa compagnia, silenziosa, quando resta fuori di casa. Ti inzuppa e si trasforma e ti si appende alle gambe per entrare insieme alla spesa. Gioca con te divertita quando le corri incontro e se nel viale alzi gli occhi te li fa piccoli di sorrisi che non trattieni. Quando rientri ti accorgi che t'ha regalato un vestito di ghiaccio e ti vien voglia di riscaldarti, magari godere di un bicchiere di rosso. Tanta neve così non si vedeva da un po' nemmeno qui. Lei, ascolta e non è vero che si fa i fatti suoi. T'invita i piedi a disegnare le sue nuvole, neanche stesse chiamando a succhiare le dita spiluccanti una torta. E' così che vorrei tu facessi, amore, lasciandomi addosso tutta l'eccitazione di un gioco, facendomi credere alla bellezza della natura e sentire quando ci sei come acqua, essenziale alla vita, anche lì dove basterebbe cambiare temperatura di poco per farti svestire l'abito di fantasma e vederti prendere tutto come fa uno sguardo curioso. Affascinante e protettiva, pericolosa dalla faccia furba, infingarda e pura che nasconde e impedisce, ostacola e costringe attenzione eppur lieve come fosse cotone.
h.n.
2011-2012
Nessun commento:
Posta un commento
Dicevi?