SPIRALE CICLICA

Si corre soli. Si corre come cani senza guinzaglio in strade di paesini senza padroni. Eroi per giorni che se ne sono andati come faremo noi con le museruole sciolte, ma senza accorgerci. Ci saremmo portati bottiglie di vino rosso e penne scariche se avessimo saputo. Un cast di attori più che di eroi.

lunedì 19 novembre 2012

Eden


Piano forte
dita di birra scorrono
tasti in chiaroscuro;
pelle in lacrime sul letto
spogliano.
Gocciola vernice al soffitto
sudato, caldo, affresco
pitturato appena.
Pelle lucida, calpestata
da occhi assonnati,
assonanti
l'inverno affacciato.
Foglia, io.
Mi soffi via.
Sbattuta, portata, appoggiata,
in abbandono,
di schiena a una colonna della mia cattedrale
di carte, sabbia, fumo.
Fumo, io.
Svanisco nel sospiro suo
come intento di sorriso sfumato.
Me lo dia,
su piano
scordato a metà;
scolpito a dividere corpo e anima
e rimescolarli in fretta.
Ladra, io,
di scatti senza flash,
gesti immediati,
cartoline invendute,
giorni minuti.
Chiudo il becco e
m'arricchisco.
Arrischio: rubo, arriccio la coda
e a balzelli mi trovo
in pezzi
sulla Terra illimitata
che finisce, sfinisce,
sta esaurendo.
Il trattore gira lento
nel proprio prato bagnato.
I treni, narcisi,
sfilano.
E ragazzi di dentro
appena viene buio
si spingono, urlando.
Quando
sbuca la locomotiva
dal guscio,
smettono, alla luce
prestano occhiate
l'un l'altro
s'intendono.


h 9.44
19/11/12


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