SPIRALE CICLICA

Si corre soli. Si corre come cani senza guinzaglio in strade di paesini senza padroni. Eroi per giorni che se ne sono andati come faremo noi con le museruole sciolte, ma senza accorgerci. Ci saremmo portati bottiglie di vino rosso e penne scariche se avessimo saputo. Un cast di attori più che di eroi.

lunedì 30 agosto 2010

Primiera

Non lo sai, ma durerà poco. 
Con la noia nelle orecchie non ci riesco a stare. 
Ripartirò 
anche se non s'è fatto giorno, 
piuttosto sola, 
con le mie tre valigie di sogni abusati 
e un cappello in testa per quando il sole scotta e tocca 
rifugiare gli istinti in un boccale di vodka con ghiaccio 
per far respirare a dovere l'anima. 
Ho intenzione di aprire già gli occhi; 
invece sono accartocciati di sonno e di nostalgie sfatte 
come lenzuola su cui s'è fatto l'amore, 
quelle nostalgie finite delle mie mura ritrovate tutto sommato presto 
e delle metodiche c'ho inventato io 
e consolidato nel tempo. 
Ho smosso i pensieri come fa il mare pettinando i suoi ricci
quando tocca la sabbia umida di fresco 
e sembra cattivo solo se lo guardi da distante.
E ho sequestrato la penna all'orgoglio del sapermi fermare 
nell'unico modo, poi, in cui sono capace 
e t'ho abbracciato stretta per riprendermi un po' tutti gli odori di casa, 
compreso il tuo. 
Ho lasciato perdere il rubinetto dello stomaco:
sputava sangue e sudore da ricordare per forza. 
Avessi fatto in tempo a circondarti per davvero,
prima che decidessi tu di scappare, 
forse a quest'ora avrei meno da dire. 
Mi sono giocata speranze e sottintesi 
in un torneo di scopa che non si decide a concedermi mai la fortuna d'ori e premiere. 
Ebbene ora eccomi: 
sono scesa dal viale dei pensieri roventi arrovellati fra rovi di 
more che non maturano mai. 
Ora sono semplicemente a letto nel nostro letto; 
sono trascorsi giorni di brezze sottili 
che hanno accarezzato solo me come brave braccia di uomini di cui non provi gelosie, 
con cui continuerò a tradirti sempre piena di sfacciataggine, 
ma sono tornata. 
E sono pronta a vivermi tutto il colore di questo cielo terso da appanicarti e 
il frusciare continuo e non certo intenso delle auto che scorrono 
per arterie senza senso 
di sensazioni da rincorrere 
come fecero di me i rametti senza pigne 
suicidandosi 
saltando giù da alberi di lungomare.

h.n.
lunedì 30 agosto alle 08h55

1 commento:

  1. Anche qui.
    Fuori dalle orecchie questo cielo terso.
    Io vado al parco con i nipotini, oggi pomeriggio.
    Poi si vedrà.

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