SPIRALE CICLICA

Si corre soli. Si corre come cani senza guinzaglio in strade di paesini senza padroni. Eroi per giorni che se ne sono andati come faremo noi con le museruole sciolte, ma senza accorgerci. Ci saremmo portati bottiglie di vino rosso e penne scariche se avessimo saputo. Un cast di attori più che di eroi.

lunedì 8 febbraio 2010

Morgan

Si sono accorti ora che Morgan è un bravo artista? Che schifo di ipocrisia. 
Non ho mai provato droghe pur avendo avuto vicina tanta gente che ne usava, ma ne ho visti, dio se ne ho visti, di uomini e donne e ragazzini distrutti dagli psichiatri!

Se c'è questo tipo di società di VUOTO ed incapacità di amare e di far fronte alle proprie voragini affettive ci sono anche responsabilità di scelte culturali e politiche. I piagnistei in poltrona davanti a persone plausibilmente autentiche son vergognosi. E che un ex Ministro della Salute non abbia neanche una precisa visione dello stato del problema droghe in Italia è scandaloso.
Che Livia Turco anzichè piangere a Porta a Porta si leggesse Parolini.

Sì, contro la droga, cura la vita (Don Ciotti). Don Ciotti l'ho sentito parlare, grazie alle Associazioni Acmos e Libera con cui ho scelto di spendere la mia giovinezza, tante volte.

Credo che giudicare, cacciare, estraniare, escludere, una persona con un problema sia la cosa più sbagliata e ignorante che possa esistere. L'inclusione è la prima via.
Quello dell'esclusione e dell'abbandono isterico, del (pre) giudizio, del considerare una persona non in quanto tale e avente un un problema di droga, ma in quanto 'tossico' ritengo sia l'atteggiamento più sbagliato e privo di valori che possa esistere.

Che pena il chiudere gli occhi giornalmente facendo finta di nulla quando, dagli anni 70 ad oggi, in qualsiasi città basta uscire di sera per le strade o entrare in una scuola superiore nell'intervallo per rendersi conto di come sia facile entrare 'nel giro'. Chiudere gli occhi giorno per giorno e poi criminalizzare ed insegnare l'allontanamento verso chi ha e ammette un problema come se ci fosse qualcosa di educativo in questo.

Tirar fuori nomi e dati giusto quando 'fa figo' è penoso davvero: Don Ciotti a me ha insegnato il sentire la corresponsabilità. Corresponsabilità che non è un gioco allo scaricabarile e non prescinde la responsabilità individuale, anzi, l'innalza ad un livello solidale e laddove si blatera così facilmente di indignazione e senso umano, forse bisognerebbe darle merito.

Trasformare giornalismo e comunicazione in gossip e mera pubblicità anzichè mantenere il senso culturale e soddisfare il potenziale educativo che essi hanno è una manovra irresponsabile, pericolosa, diseducativa, sbagliata, irrimediabile, vergognosa e schifosa quanto e più del fare uso di droghe. E' un qualcosa che non permette una visione lucida di quanto accade e lo fa in modo subdolo. E' la tossica dipendenza della nostra 'dis'informazione attuale.
E intanto imperano qui e là titoloni su media che tanto amano fare un 'caso' delle dichiarazioni 'scandalose' di Morgan (aumentandone la visibilità, ma cancellando lui dalla scaletta del festivalone nostrano come 'messaggio' solo della solita ipocrisia) e gira la notizia che forse lo inviteranno come ospite 'd'onore'. Secondo quale coerenza non si concepisce.

Visto lo stato pietoso in cui è via via finito il Festival di Sanremo, la direzione può giusto cercare espedienti di tal fatta per farsi pubblicità.
In quanto all'invitare Morgan, adesso, ovunque, è un altrettanto vergognoso business, visto come prima sia stato uno di quelli sempre abbastanza snobbati musicalmente dando piuttosto spazio a emeriti ignoranti oltrechè senza alcun talento artistico, vedasi 'Amici' e compagnia bella...
Ebbene anche questo la dice lunga di come in Italia certi salotti possano considerarsi degni di parlare di musica, di arte o di cultura. Per altro, per battuta...ma nemmeno poi troppo, potrei pure dire che se tutta questa attenzione su Morgan, riflettori puntati, complimenti e riconoscimenti sul suo lato artistico, ci fossero stati prima e non ora, strumentalmente, magari neanche sarebbe caduto in depressione :)

Ci tengo a specificare che nella mia trattazione della vicenda tento di passare un mio pensiero in cui Morgan è poco più che pretesto. Il contesto è comunque quello di gente che blatera umanità verso Morgan quando sta già di per sè facendo parte dello show business e lucrando sopra alla drammaticità di una situazione ipocritamente vista come scandalosa e gravemente problematica, quindi ripudiata. Questo di umanità non ha NIENTE. E i protettori dell'educazione e dell'acculturamento dovrebbero rendersene conto anzichè straparlare.

Sono personaggi pubblici anche i ministri, i giornalisti e chi per essi che trasmettono il messaggio che davanti ad un problema di droga bisogna criminalizzare e allontanare, denigrare e offendere, quindi escludere.
Morgan non fa il professore, per altro, fa l'artista. La Turco è stata insegnante, Ministro della Salute, sembra lavori in commissione 'Affari Sociali' e non conosce la situazione droghe in Italia, se la fa spiegare da suo figlio e quando si ricorda delle sue parole piange in poltrona da Vespa.

Mi sembra chiaro che le dichiarazioni di Marco Castoldi (Morgan) non fossero frutto di una volontà lucida.
Ed era secondo me molto chiaro, ovviamente, anche al giornalista che se n'è approfittato con gioia.... basti vedere come ha condito l'articolo (con tanto di fotografia particolare, tra tante,...e via dicendo).

Morgan è vittima tanto quanto lo è qualsiasi vittima, appunto, della droga. Non di più, non di meno.
Può essere vittima di fragilità, di una società che non ne ammette, ma le esaspera allo stesso tempo, di uno show business che di arte non capisce niente, ma va matto per il gossip. Altro che umanità e valori!
E' vittima soprattutto di se stesso, ma lo sa pure lui, a mio avviso.
Lungi da me proclamare difese a spada tratta verso chi sceglie la strada della droga come risposta alla propria disperazione; l'ho premesso, la mia strada è sempre stata lontana da una scelta di questo genere, ma l'analisi dei fatti è e deve essere più a largo raggio, se no che non la si tenti proprio.

Approcciarsi a dei problemi sociali facendo finta d'impegnarsene e non essendo in verità interessati nè in grado di guardare in faccia le persone che quei problemi li vivono è parte del qualunquismo sfrenato di cui è pregna la cultura italiota di oggi in cui la scissione tra ciò ch'è pubblico e ciò ch'è privato non si sa più quale sia.

Tutti quelli che adesso invitano Morgan nei loro salotti dandogli dell''intelligente' e dell'artista 'di rispetto', che rispetto hanno avuto per la sua arte fino ad oggi? che amore hanno professato dalle loro poltrone per la sua 'cultura musicale' e il 'suo talento' prima che gli fosse funzionale a dichiarazioni di stampo scontatamente perbenista e ipocrita?
che interesse hanno avuto e hanno a oggi per la sua 'salute' quando scelgono ancora una volta di lucrare sulla drammaticità (come la definiscono loro, come se la droga in Italia, fra l'altro, non si fosse sempre più sviluppata grazie a manovre di stampo politico e ad interessi mafiosi ben precisi) della sua miseria?

Se dovessero sparire o fossero stati da escludere e ripudiare tutti quelli dichiaratamente drogati non avremmo avuto i maggiori musicisti, pittori, scrittori, poeti,,... internazionali.
Il fatto che prima il 'grande talento' (a detta dei porta a portari di oggi) non fosse invitato come ora nelle varie trasmissioni come musicista (la strada 'sana' che quella persona ha scelto per sè e in cui realizza il suo io), e che nell'ultima settimana sia ricercato molto più che nei recenti anni è molto significativo, infatti. Così come il fatto che la Rai oggi decida essere diseducativo e fuorviante far partecipare Morgan ad un palco musicale senza dare invece un 'messaggio chiaro' in risposta alle sue dichiarazioni, dunque escludendolo e poi lo inviti a destra e sinistra in qualità di 'drogato' per piazzarlo su palchi di tipo diverso ed aumentare così l'audience dei propri programmucoli.
(A giudicare dalla situazione culturale italiana attuale) vien voglia di spararsi in vena qualcosa.

Chissà magari sul palco ligure inventeranno prima o poi un 'club Morgan' chè tanto certe cose si devono ricordare sempre e solo DOPO e nemmeno sempre. E magari al festivalone nostrano agli anniversari dell'ennesimo artista deceduto per problemi di depressione prima che di dipendenza, inviteranno a cantare le sue canzoni prima snobbate e idolatreranno quello che prima era da emarginare dedicandogli commemorazioni.
Tanto in Italia piace commuoversi....ma solo e sempre davanti alle targhe con doppie date, mai davanti agli uomini.

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