SPIRALE CICLICA

Si corre soli. Si corre come cani senza guinzaglio in strade di paesini senza padroni. Eroi per giorni che se ne sono andati come faremo noi con le museruole sciolte, ma senza accorgerci. Ci saremmo portati bottiglie di vino rosso e penne scariche se avessimo saputo. Un cast di attori più che di eroi.

venerdì 22 maggio 2009

Cogliere l'orizzonte che cambia

Non dirle che non è così - Francesco DeGregori Camminando una domanda per passo mi accompagnano la canzone che sto ascoltando mentre ti ricordo di nuovo. Sono di quegli interrogativi a cui non mi aspetto risposte perchè mi bastano i fatti. Constatazione curiosa di uno stato d'animo che alberga troppo raramente in me, abituata come sono ad essere giustiziere di liste infinite di "perchè" come fossi bambina. Forse stai passando in auto di qui anche ora, forse - a parte la nostra estraneità rinnovata - non è cambiato un granchè. Altra considerazione un po' strana visto che le note di una canzone talvolta, come oggi, vengono lì nelle orecchie proprio a sussurrarti la descrizione del quadro delle emozioni di un'età cambiata radicalmente in qualcosa più che un anno. Non ci conoscevamo e già allora sarai sicuramente a mia insaputa passato per le vie del mio quartiere. Eppure la consapevolezza recide le radici di similitudini sconsiderate e carpisce dentro di noi il segreto di un 'tutto' diverso. La consapevolezza lo fa, lo fa ogni volta che ci prende e ci porta per mano nel territorio di ciò che "potrebbe essere". Quanti giorni sei rimasto a piedi e ti sei fatto imprestare l'auto? Con quali pensieri tra idee ed impegni hai gettato un'occhiata al mio cancello e non mi hai vista mentre ti interrompevo l'organizzazione di una serata passeggiandoti in testa con l'mp3 nelle orecchie? Tu stavi ascoltando in quell'occasione la mia stessa canzone? Ti sei chiesto perchè fosse strano riviverci estranei e mai più fino in fondo? Penso a numeri e non a te. Il numero di barbecue avvenuti in una casa che ormai riesco a definire tua; il numero di volte in cui sdraiandoti presto sul letto hai aspettato il sonno chiedendoti come sarebbe andata se tu ed io entrambi avessimo percorso strade più vicine. So che ci hai pensato ed il timore di ammetterlo è stato già da giorni soppiantato dalla paura di reincontrarti senza avere niente da dirsi. Solo guardarsi, ma con una coscienza ed uno sguardo diversi rispetto a quando tutta la nostra conoscenza incominciò. Anche il 'sentire' sarebbe chiaramente d'altro, eppure credo di non poter dire se oggi ci siamo capiti più del primo sguardo. Continuo a guardare la giostra che suona la mia canzone, mi piace guardarla e non so se sia più divertente acchiappare uno di quei coniglietti che girano o mettere in tasca le paure e andare avanti per questo marciapiede pieno di sole in un'altra estate ormai lontana da noi. h.n.

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