SPIRALE CICLICA

Si corre soli. Si corre come cani senza guinzaglio in strade di paesini senza padroni. Eroi per giorni che se ne sono andati come faremo noi con le museruole sciolte, ma senza accorgerci. Ci saremmo portati bottiglie di vino rosso e penne scariche se avessimo saputo. Un cast di attori più che di eroi.

mercoledì 27 maggio 2009

Inadeguati nei nastri

Ciechi al nuovo sorriso, mille anime racchiuse nel segreto del mondo, i due occhi di quando avevi otto anni. Nastri. Quelli con cui da piccola giocavi a pettinare la bambola; quelli di quelle cassette che ricordo bene. Nastri per unire a te la fantasia di quel piccolo sole selvaggio, quest'indole sempre troppo selvatica per essere addomesticata troppo facilmente. La locanda di quella sera, l'ho vista chiusa passando in macchina. Riaprirà domani? Ti accoglierà di nuovo per insegnarmi la ricetta del tormento, e poi ricorderò come uscirne come un tunnel troppo lungo e troppo buio: nastri che ci legano, vietandoci il "volo". Ma io ti chiamo per nome, non permettermi di scappare. Mi hai presa per mano e brillavamo e cantavamo sotto la pioggia dietro il nostro divano. E poi in quella chiesa abbiamo fatto l'amore e ringraziato dio senz'offesa, con un "parto" ho riacceso il motore. Nessuna fuga, nessuna sragionatezza, hai ripreso la strada di casa, era ora, e abbiamo viaggiato insieme, sempre verso strade mezze sconosciute. Diretti all'aeroporto. Atterravano. Erano lenti, metodici, cumuli di nostalgia e mi raggiungevano ogni volta che avevo paura. C'è un fiore in quell'erba, guarda! Era il nostro ulivo. Che ci facevamo lì abbracciati in quel modo? spesso l'ho pensato: "che ci facevamo se siamo persone qualsiasi?" Che ci facevamo in quei momenti io e te? Eppure ci sto bene. E' vero che in alcuni casi non si è abituati a sentire che ci si vuole bene e basta. E poi ho paura di rovinare tutta la magia; ho paura di non capirti; ho paura di prendermela troppo per cose che per te non hanno peso e ho paura di non figurare nei tuoi ritratti o che tu abbia sbagliato colori per riempirmi. Piano piano continuiamo discretamente a riparare semi nella terra e ogni tanto immagino ancora che queste siano le basi per la nostra casa sull'albero in questa grande e precaria giungla di sughero. 17/11/2003 1.56 am Dobbiamo dare un nome al fine che ci tiene legati. Prendi questa mano, zingara - Francesco DeGregori

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