SPIRALE CICLICA

Si corre soli. Si corre come cani senza guinzaglio in strade di paesini senza padroni. Eroi per giorni che se ne sono andati come faremo noi con le museruole sciolte, ma senza accorgerci. Ci saremmo portati bottiglie di vino rosso e penne scariche se avessimo saputo. Un cast di attori più che di eroi.

martedì 2 giugno 2009

Grazie per i denti stretti

Eri diventato come togliere la schiuma dal mio cappuccino la mattina. Era successo così, come capitano le cose normali, senza accorgersi quasi, ma vivendole ogni giorno. E come normalmente mi accadeva, non riuscivo a convincermi che potesse andare bene per me che ho sempre percorso la mia strada in maniera diversa. Stavamo talmente bene che gli aggiornamenti avevo voglia di viverli, più che di scriverli nei miei romanzi incompiuti, ognuno come un lettino ecografico. Solo che la mattina c'era sempre quel cappuccino e la mia mente tutta perfezionista che non capiva come non si riuscisse a fare meglio. Averne almeno l'intenzione o l'entusiasmo.. Penso sia responsabile la mia mania di primeggiare che mi porto dietro da quando sono piccola. Nessun errore e nemmeno una birra al fresco perchè non avevo voglia di berci su. Così ho ripreso la penna in mano. Il solito ciuffo ribelle di capelli mi scendeva sugli occhi appena abbassavo lo sguardo, gli ho detto che non era aria, ma voleva farmi notare che stavo sbuffando troppo e continuava a spostarsi. Dr. Zimmerman - Life is hard Ho lasciato poco dopo il foglio bianco sulla scrivania, accanto alla bottiglia di gin scadente abbandonata a metà in attesa di un Gordon che valesse qualcosa. Non so a che pensassi, annodavo fili rossi e bianchi e studiavo storie: un braccialetto per mia figlia, signorina Speranza. Annodai anche le lenzuola dormendo un sonno profondo quanto poco sereno, movimentato lo era sempre come quella quotidianità in cui mi continuo a risvegliare. Lenzuola bianche e rosse e quel cappuccino ancora lì ad aspettarmi. Eppure ti avevo chiesto: - Se verrò da te, darai riposo ai miei occhi? e tu mi avevi risposto abbracciandomi. Un bracciale è una catena di parole, di concetti, di pensieri scritti nelle storie che ti porti dietro ogni giorno. Un barbecue, un divano per due, una panchina in strada. Tu così vicino da non renderti conto che un rapporto così segue sempre la stessa spirale. Quando c'è chi ti dà forza ok, se sei fragile allora no, non è cosa. Così scappo dal mio matrimonio in punta di piedi, protagonista ancora una volta del balletto di corpi invadenti che stanno sul palco a prendere spazio in scena senza farne mai parte. C'è un qualcosa che attrae in questo andarsene ch'è pure mancanza di rispetto per me. Ballo nel tutù che mi hai comprato e vado. Il volume della musica mentre entravo nella chiesa colma era basso, non avevate bisogno di me nè io di quel teatrino in alto borgo. La vista dalla scogliera non era brutta, ma ho bisogno di ricolorare la cartina dell'Italia, di cambiare le prospettive e scambiarle ogni giorno, poker delle uniche tessere che amo che sono quelle nella scatola con scritto "domino", la luna mi sia testimone, ti ho dato istruzioni su come trovarmi mille volte, raccontandole in libretti a casaccio che hai fatto finta di sapere, ma ho necessità di andarmi a scegliere la mia libertà senza pesi di rocce che non sai scavalcare e che io ho il bisogno fisico di arrampicare - non hai volontà vera di darmi la mano. Sono conchiglie ammassate, ho ritmi diversi da quell'organo impazzito che non conosce accordi fuori che quelli che sente raccontare all'altare delle benedizioni altrui. L'amore ha la bellezza delle benedizioni proprie quando guardi e senti di essere a tempo e canti pure stonando se è. Quando stavi per suonare il campanello venivo giù correndo di mezza scala in mezza scala e mi sembrava di vederti quando non era ancora comparsa la tua figura in fondo alla rampa. Sorridevo lo stesso pensando al nuovo incontro aspettato per giorni. Queste immagini sono fotogrammi di un film titolato 'emozione' senza sottotitoli, ma con una preziosa colonna sonora. Cosa dirti, bambina? Ho dato significato a cose che prima non lo avevano. Ho dato fiducia a persone che per me non ne avevano mai. Ho sbagliato conti? è stato perchè ho scritto i miei scontrini a penna? Non ho perduto però i jeans macchiati di pareti pitturate con le mani; non ho cancellato il suono sporco delle campane che sentivo cigolare in ogni chiesa vicina di casa; ho ricordato. Ho salvato le passioni vissute in album di fotografie che mai ho sentito dovere strappare. Ho vissuto come una vecchia abituata all'odore delle sue stanze e come fossi nipote che non ha perduto occasione per scarabocchiare sui muri. E alla mia mezza età indecifrata il risultato piace, sono orgogliosa. Mi rimangono appresso le voci di tutti coloro che ho perso nel memory taroccato e mi faceva male pensare di trattenerle dentro di me, oggi ho capito guardandoti che invece è la mia più grande fortuna e che io non ho ancora perso mai nessuno e niente di loro. Mi esprimo a gesti, mi nascondo con trucchi di strada e non in una chiarezza d'intenti, credo che bisogna desiderare davvero le stesse cose, desiderarsi, fare ciò che si vuole realmente e non ciò che è più facile. Solo così sarà giusto per se stessi e il proprio star bene avrà un qualcosa di buono per gli altri. Ligabue - L'amore conta Papà, mi hai lasciato insicurezze e hai dimenticato nella casa abbandonata i sogni e le carezze. Sono rimasta scoperta per le lenzuola annodate e credevo, scema, di costruire con quattro assi un lettone in cui ributtarmi quando fosse uscito fuori dalla mia mente pazza un incubo fugace sopra la mia speranza. Intanto, signorina Speranza, ti riempio di bacini e pernacchie sulla pelle, per contro. Tu, dal canto tuo, mi lanci sorrisi che non posso non vedere. Si corre soli. Si corre come cani senza guinzaglio in strade di paesini senza padroni e con una decina di cartelli di vie con nomi di poeti e scrittori da leggere appicicati in alto come etichette nella propria libreria personale. Eroi, per giorni che se ne sono andati come faremo noi con le museruole sciolte, ma senza accorgercene. Ci saremmo portati bottiglie di vino rosso e penne scariche se avessimo saputo. Un cast di attori più che d'eroi. Una t-shirt bagnata, non di sudore, d'acqua svuotata addosso da temporali di primaverili pulsioni. Matite per dediche di fanti a pollastrelle messicane in notti raccontate da quelle piogge più che dalla voce narrante. Al mio matrimonio scapperò, l'ho deciso adesso. Piangere non è un'attenuante. Mi addormento mentre mi dai i baci sulla schiena. In realtà faccio un po' finta perchè se ti avvicini, sorrido. - Oggi sono più io - ero indecisa se dire più felice, su quale sinonimo dei due. Non capisci uguale, sorridi anche tu. - I colori li amo di più, sono più colorati - niente. Mi piace guardare la frutta con questa banana più gialla e non cerco più di spiegare. Nemmeno con i gesti muti del clown felice. Amo sapere semplicemente che mangi ogni sera frutti e sentirti versare l'acqua nel bicchiere. Sarà il collo scoperto dai capelli, come il corpo dalle lenzuola; sarà questo filo d'aria che ci soffia sopra, il tuo fiato sul collo quando mi fa bene, con la tua bocca calda che ci sorride vicino e parlando solletica su loro, annodati anche loro, ma non tinteggiati e non sono ugualmente mai rimasta inosservata per chi mi ha incrociata, spesso anche se in pochi sguardi. - Ce ne andremo senza raggiungere che questa verità. - Vieni con me e saprò aggiungere un dettaglio - Per intanto hai incominciato togliendomi una lettera. - Te ne scrivo una ogni giorno in silenzio - La fiducia è come firmare un assegno in bianco, allora. - Te l'ho firmato, solo che anche la carta era bianca, lì sulla tua scrivania. (14,07 - 3 giugno 2009) (16,37 - 2 giugno 2009)

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