SPIRALE CICLICA

Si corre soli. Si corre come cani senza guinzaglio in strade di paesini senza padroni. Eroi per giorni che se ne sono andati come faremo noi con le museruole sciolte, ma senza accorgerci. Ci saremmo portati bottiglie di vino rosso e penne scariche se avessimo saputo. Un cast di attori più che di eroi.

domenica 6 settembre 2009

Esther prova

Esther non scriveva mai; per questo era curioso vederla lì sulla sedia di legno davanti al tavolo sgombro e sù, quel foglio di carta con le righe disegnate spesse. Esther non rideva mai e allora fu strano vederle il viso aprirsi in quel sorriso sbocciato, d'improvviso, chissà come, non so perchè, davanti al solo foglio bianco con le righe spesse. Non so dire in verità se Esther mi avesse mai raccontato qualcosa di una sua qualunque passione, ma se pure fosse, avrei immaginato sicuramente un uomo e non, invece, la voglia di defilarsi a scrivere; e poi cosa? lettera, trattato, romanzo? cosa stava scrivendo Esther a quell'ora su quel tavolo sgombro e ai piedi i piedi nelle ciabatte buone, di stoffa e morbide, come per accarezzare dalla radice in quelle vene nervose l'idea che doveva aver di sicuro vissuta per raccontarla così di foga?! Come fosse pianta e non posa. Ho saputo, poi. Esther aveva dei cartoncini, erano colorati e li divideva in due. E dentro, i suoi fogli, non tutti dalle righe marcate, chè ne aveva dei mazzi tutti raggruppati, li teneva con elastici e secondo chissà quale criterio. Il vento sibila come fosse il fantasma di un film, invece è solo perchè sbircia da una finestra che Esther non ha ancora individuato di quale stanza sia. A lei piacerebbe farsi accarezzare i capelli, ma lui ha voglia di giocare con le lenzuola. Gioca coi ricci, Esther, ma prima stringe il suo foglio e lo appiattisce sugli altri e tira l'elastico fino ad entrarvelo, poi richiude il cartone di colore arancio e ci poggia su una mano piena di soddisfazioni.

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