SPIRALE CICLICA

Si corre soli. Si corre come cani senza guinzaglio in strade di paesini senza padroni. Eroi per giorni che se ne sono andati come faremo noi con le museruole sciolte, ma senza accorgerci. Ci saremmo portati bottiglie di vino rosso e penne scariche se avessimo saputo. Un cast di attori più che di eroi.

domenica 6 settembre 2009

Esther riprova

Esther lascia che il vento sfogli gli angoli dei suoi fogli ammassati e ascolta il suono che producono e così subito può scrivere su un altro e unirlo a quelli. Il problema per Esther era forse l'immedesimazione. Le succedeva con tutto: pene d'amore, pene capitali, amori che facevano pena, sofferenze altrui in genere soprattutto, ma anche entusiasmi lenti e ragioni del pathos. Non riusciva a far finta di niente e ho capito leggendo i suoi fogli, se erano veri raccontavano tanto di lei, che se ne andava a cercare davvero troppe. Esther non soggiaceva mai agli eventi, ma si inventava ogni giorno qualcosa di assurdo, pareva; poi arrivava a patirne o amarne ogni conseguenza. Più di Esther, il suo tavolo ne avrebbe avute da raccontare! Avrei potuto sentirlo parlare degli sguardi con cui scriveva, del modo in cui era stato accarezzato e picchiettato dalle dita che cercavano un termine da regalare alla testa in cerca; avrei potuto chiedere al tavolo di ricordare il numero di volte in cui Esther, pensando, si arricciava una ciocca o il tempo in cui pianse e quello in cui le brillavano gli occhi dall'emozione nel rivivere in immagini una passione. Erano quelli i sogni di Esther a cui i fogli non sapevano porre rimedio. Riusciva sempre ad innamorarsi e dunque stranirsi di tutto di fronte alla vita, quella stessa che le poneva intorno mondi in cui combattere e stanze in cui cercare dopo sfumature di sè. Esther stasera la vedo persino preoccupata e si butterà alla fine a letto solo per dare tregua al suo tavolo che l'ama quanto lei ha sinceramente intuito sapendocisi immedesimare.. Rimarrà dunque sicuramente con la gola secca, non aprirà la sua birra ed entro poco sarà stanca lei stessa. Io Esther la conosco e la rispetto.

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