SPIRALE CICLICA

Si corre soli. Si corre come cani senza guinzaglio in strade di paesini senza padroni. Eroi per giorni che se ne sono andati come faremo noi con le museruole sciolte, ma senza accorgerci. Ci saremmo portati bottiglie di vino rosso e penne scariche se avessimo saputo. Un cast di attori più che di eroi.

mercoledì 16 novembre 2011

La cosa

Che caldo. Mai sentito un caldo così soffocante. Non si respira.

E' finita. Questa volta è proprio finita. Lei ha deciso di andarsene. Non la rivedrò più.
Benissimo.
Era così innamorata! Io, devo dire, negli ultimi tempi non ne avevo neanche un gran bisogno. Non gliel'ho mai detto per non farla soffrire. Mi ha lasciato lei. Bel colpo.
Che caldo. Certo che anche lei lasciarmi con questo caldo! In genere preferisco mi lascino in inverno. Lei niente, se ne va così in una stagione qualsiasi. Torna dalla mamma, dalla zia, dalla sorella, dalla cognata. Ma possibile che non mi pensi. Ecco, forse ora mi chiama. Certo, la telepatia. Lo sa che per me sarebbe importante. Sono lì che lo aspetto, lo guardo, lo fisso il telefono. Niente. Sono qui da due ore e lui: zitto. Maledizione. Hanno imparato anche gli oggetti. Quando li vuoi... niente. Appena sei al cesso... driin. Sì, ma non posso mica passare la giornata al cesso.
Ma lei non lo sentirà il caldo? E allora perchè non fa niente. Lo sa cosa vorrebbe dire per me in questo momento vedermela correre qui tutta rossa, accaldata, amore-amore, certo, la resurrezione, il miracolo. E' così che si diventa cattolici. 
Ti amo più di prima, è colpa mia, è colpa mia.
Ma lascia stare, dai. E' una storia finita e basta. Bisogna che me lo metta in testa una volta per tutte. Non si torna indietro. Non è mica il gioco dell'oca. No, magari uno pensa: la riconquisto! Nooo, non si rimonta mai. Vai lì, fai un sacco di discorsi, preparati, belli anche, di quelli che fanno colpo. Ma quale colpo? Una volta facevano colpo! Ma cosa parlo a fare con questa faccia da cretino, perdente. Un pugno ci vorrebbe. Pum. Invece di star lì a inciampare sulle parole, un fiume di parole, che poi quella va a casa e dice: ma che ha detto?! Niente. Pum, invece. Quello sì che se lo porta a casa. 
Eh, ma che caldo. 
Colpa mia. Sempre stata colpa mia. Non l'ho saputa tenere. Ce la faccio mica io a fare una cosa seria. Riesco sempre a sciupare tutto. 
All'inizio per le donne sono un genio: mi attaccano tutte le medaglie sul petto. Sono una meraviglia di uomo, l'unico. Ma perchè duro così poco come meraviglia? Dopo un po' mi strappano le medaglie e m'insultano: sei un egoista fottuto che non sai voler bene a nessuno, nè a me, nè a tua madre, nè ai tuoi figli. Tu non sai neanche cos'è l'amore. Tu sei capace solo di scopare. Magari! 
Non era mica un complimento. Significava: completamente incapace di amare. 
Io, eh?

È che l'amore è una parola strana. Vola troppo. Andrebbe sostituita.
A volte mi sembra che tutte le civiltà consistano nel dare a qualcosa un nome che non è il suo. E poi sognare sul risultato.
“L'amore”... Non sarebbe meglio chiamarlo... “La cosa”? Potrebbe diventare più concreto.
All'inizio io, lei, l'amavo. Certo, all'inizio ho sempre amato. Sì, voglio dire che ho avuto quegli attimi intensissimi, che al momento sembra che ti lascino dei segni profondi, importanti.
Ma “La cosa” non è questo. O meglio, non è solo questo. “La cosa” è trasformazione, percorso, crescita insieme...sì, per diventare un insieme solido, indistruttibile. Una radice profonda... dove l'altra persona è come un prolungamento del tuo corpo. 
“La cosa”... è l'amore. No, un'altra qualità dell'amore. Una qualità che non rimpiange gli attimi perché diventa la vita. “La cosa” non si fa solo con la volontà. È un patto di sangue stipulato tra due persone e forse, prima ancora, dal destino. Non so se avrò mai la fortuna di farlo, questo patto. Forse ci vorrebbe un uomo.
Cento volte ho provato a cambiare. A ricominciare da capo. A reincarnarmi. Ma mi sono sempre reincarnato...senza di me. 
Eppure io guardo, io avverto, io tocco... Ma è come se sentissi di non essere niente.
Ecco, senza avere avuto una realtà, io passo evanescente tra i sogni di alcune donne che non hanno avuto la possibilità di completarmi.
Ci sarà senz'altro il modo di fare... “La cosa”!
Altrimenti il nostro destino è quello di essere delle scorze di uomini... degli involucri... mai delle persone.
Magari dei personaggi... simpatici anche, affascinanti... mai persone. Ma se è così... l'amore non sarà mai... “materia”, “terra”, “cosa”... sarà sempre una parola che vola... una farfalla che ti si posa un attimo sulla testa... e ti rende tanto più ridicolo quanto maggiore è la sua bellezza.

Giorgio Gaber.


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