SPIRALE CICLICA

Si corre soli. Si corre come cani senza guinzaglio in strade di paesini senza padroni. Eroi per giorni che se ne sono andati come faremo noi con le museruole sciolte, ma senza accorgerci. Ci saremmo portati bottiglie di vino rosso e penne scariche se avessimo saputo. Un cast di attori più che di eroi.

mercoledì 21 ottobre 2009

In ricchezza e in povertà

Come potrebbe un uomo prigioniero nella ragnatela della routine ricordarsi che è un uomo, un individuo ben distinto, uno al quale è concessa un'unica occasione di vivere, con speranze e delusioni, dolori e timori, col desiderio di amare e il terrore della solitudine e del nulla? Un modo per raggiungere l'unione è l'attività creativa. In ogni tipo di attività creativa, colui che crea si fonde con la propria materia, che rappresenta il mondo che lo circonda. L'unità conquistata col lavoro produttivo non è interpersonale; l'unità raggiunta con la fusione orgiastica è fittizia; l'unità ottenuta col conformismo è solo una parvenza di unità. Non sono che soluzioni parziali al problema dell'esistenza. La soluzione completa sta nella conquista dell'unione interpersonale, nella fusione con un'altra persona, nell'amore. L'unione simbiotica ha il suo modello biologico nella relazione tra la madre e il feto. Sono due, eppure uno. Vivono insieme (simbiosi), hanno bisogno l'uno dell'altro. Il feto è parte della madre, riceve tutto ciò di cui ha bisogno da lei; la madre è il suo mondo; lei lo nutre, lo protegge, ma anche la sua vita è intensificata da esso. Nell'unione simbiotica fisica, i corpi sono indipendenti, ma lo stesso genere d'unione esiste psicologicamente. La forma passiva dell'unione simbiotica è quella della sottomissione, o, per usare un termine clinico, del masochismo. Il masochista sfugge all'insopportabile senso di separazione e solitudine rendendosi parte di un'altra persona che lo domina, guida, protegge. Il sadico domina, intraprende, offende, umilia, e il masochista è comandato, offeso, umiliato. Questa è una differenza considerevole, in senso realistico; ma in un senso più profondo ed emozionale, la differenza è irrilevante, rispetto a ciò che ambedue hanno in comune; fusione senza integrità. In contrasto con l'unione simbiotica, l'amore maturo è unione a condizione di preservare la propria integrità, la propria individualità. L'amore è un potere attivo dell'uomo; un potere che annulla le pareti che lo separano dai suoi simili, che gli fa superare il senso di isolamento e di separazione, e tuttavia gli permette di essere se stesso e di conservare la propria integrità. Sembra un paradosso, ma nell'amore due esseri diventano uno, e tuttavia restano due. Se la persona è schiava di una passione, la sua attività in realtà è una 'passività', poichè è guidata: è la vittima, e non l'attore. Spinoza distingue gli affetti in attivi e passivi, azioni e passioni. Nella funzione di un affetto attivo, l'uomo è libero, è padrone del suo affetto; nella funzione di un affetto passivo, l'uomo è oggetto di eventi di cui lui stesso non si rende conto. L'amore è un'azione, un potere umano che può essere praticato solo in libertà, e non è la conseguenza di una costrizione. L'amore è un sentimento attivo; una conquista, non una resa. Il suo carattere attivo può essere sintetizzato nel concetto che amore è soprattutto 'dare' e non ricevere. La gente arida sente il dare come un impoverimento. Altri trasformano in sacrificio l'atto di dare; la virtù per loro sta nell'accettare il sacrificio. Per la persona attiva, dare è la più alta espressione di potenza. Non dare sarebbe penoso. Nella sfera delle cose materiali, dare significa essere ricchi. Non quello che ha molto è ricco, ma colui che dà molto. Chiunque sia capace di dare se stesso è ricco. La povertà oltre un certo limite può rendere impossibile il dare, e è assai doloroso, non solo per la sofferenza che provoca direttamente, ma perchè toglie al povero la gioia di dare. La sfera più importante del dare, tuttavia, non è quella delle cose materiali, ma sta nel regno umano. Che cosa dà una persona a un'altra? dà se stessa, ciò che possiede di più prezioso, dà una parte della sua vita. Ciò non significa necessariamente che essa sacrifichi la sua vita per l'altra, ma che le dà ciò che di più vivo ha in sè; le dà la propria gioia, il proprio interesse, il proprio umorismo, la propria tristezza, tutte le espressioni e manifestazioni di ciò che ha di più vitale. E. Fromm

Nessun commento:

Posta un commento

Dicevi?