SPIRALE CICLICA

Si corre soli. Si corre come cani senza guinzaglio in strade di paesini senza padroni. Eroi per giorni che se ne sono andati come faremo noi con le museruole sciolte, ma senza accorgerci. Ci saremmo portati bottiglie di vino rosso e penne scariche se avessimo saputo. Un cast di attori più che di eroi.

venerdì 23 ottobre 2009

Stanotte la strada chiama i treni sospesi

Non posso permettermi di raffreddarmi stanotte.
Non posso addormentarmi più nuda di come m'hai lasciata l'anima.
Mi accontento di passeggiare come gatto notturno per casa. Scalza.
Con ai piedi i piedi. E le calze che li tengono caldi meno di quanto fanno i tuoi quando ci si attorcigliano intorno. E scivolano seguendo la melodia del nostro abbraccio.
Sono tutti intrecci di storie già viste. Ci sarà poi lei che appoggia il capo sul petto di lui. Ed è a questo punto che se mi posi la mano sulla testa e con le dita mi sfiori i capelli, ma come fossero violati dal vento più caldo che vivo in quest'autunno d'improvviso smarrito, e con il palmo mi tieni ferma su te, scatta come automatismo o tic o rimpianto di meno d'un momento quel mio stringermi attraverso la mia mano che ti scosta i vestiti e vuole sentire la tua pelle quanto me e la mia mente che non è più nella testa che tu accarezzi di movimenti appena percettibili facendo finta di dormire, ma è lì, nella mano stessa, che ti spoglia senza svestirti ancora e ti scopre senza toglierti niente e ti scivola, scruta, ti si stropiccia addosso.
Sfugge anche a te di mano e di mente l'intenzione di dormire e forse ti passa nel buio davanti agli occhi l'idea, tra i pensieri in corsa, di fare l'amore con me, stanotte che non fa più nè freddo nè autunno nè voglia di riposarsi. Sì, dev'essere così, perchè lo so da come tramuti il tuo abbraccio o per lo meno provi, intanto che il brivido che m'è appena passato in sordina tra le sensazioni di questa stazione di piccoli gesti, so, perfettamente consapevole, non essere dovuto.alla mia schiena desnuda, ma alla tua mano su essa.
Decido di esplorarti di baci e con la lingua ti spoglio dal freddo il corpo, il petto, il collo e gioco al mio gioco, con i denti ti mordicchio un orecchio senza toccarti un capello. E poi sono baci, ma solo per poco perchè la bocca e già intenta a toglierti di torno anche il sapore della pelle per via dei nuovi profumi e le labbra ti scivolano addosso da dietro il collo roteando fin dove i tuoi sospiri non trovano pace. E non è pace, nè guerra, è amore e sesso con le tue dita incrociate alle mie, non solo le mani si congiungono e trovano unione, unione di corpi e ossa più che di carne e sangue che si mescola nello stesso destino e tu che t'inventi mio ogni volta con quell'emozione diversa ed io che ti respiro vicino. Non ti dico neanche adesso se sono tua, ma ti ho fatto mio di nuovo e repentinamente te ne accorgi anche tu mentre senti il gioco di pesi e vediamo di fronte, occhi negli occhi del mistero, tutti i chiaroscuri che normalmente non sono capace, le sfumature che non so, come tabelloni di colori o ritmi dei treni che vanno e vengono, come vuoti e pieni, come sacchetti di nylon che se ne vanno nell'aria, come sentieri di scalate fatte che si credon perdute e ritornano sempre, ritornano qui, ritornano quando è l'inconscio a dominare sul nostro scegliere gesti, sentire, saperi.
So di andare pazza per il profumo del tuo dopobarba.
E per quando mi baci ho già una staffetta di sensi, come per quando ci rotoliamo addosso e sei su me come protezione e rischio e attrazione ed estro.
L'incastro è una magia che non solo nei circhi, ma sempre d'equilibri e tensioni si tratta.
Li ho persi tutti gli uni e mi hai cancellato le altre per un po'.
Ho voluto chiamare amore l'unione che ho, con te o con il senso di vita che c'è nel sesso e nell'esperire di credenze immutate che si assottigliano solo nei ricordi di questa esistenza bruciata e per lasciare spazio ad altri tremori, ad altre passioni, al nuovo giorno.
Ora sono io che ti accarezzo i capelli e tu con la testa su me. E' un respiro tolto quando ci sei ed un altro quando te ne vai, sempre, mi rimane abbigliata all'anima una parvenza di tuo odore, un po' di quella tua essenza che non ti dirò nè cercherò di spiegare mai eppure quel bisogno di contatto non s'assopisce nel tempo d'addormentarsi. E pure un treno libero viaggia mentre và.
Mi tieni la mano sulla pancia calda. Mi mordo il pollice o le tue dita ancora un po'. Ritornano le mie e la mia testa tutte sul tuo petto. La tua mano l'ultima la tiene buona, mi sfiora i capelli e non è il vento.
Ci abbracciamo come fossimo in piedi.
Buona notte.

(rem-love is all around)

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