SPIRALE CICLICA

Si corre soli. Si corre come cani senza guinzaglio in strade di paesini senza padroni. Eroi per giorni che se ne sono andati come faremo noi con le museruole sciolte, ma senza accorgerci. Ci saremmo portati bottiglie di vino rosso e penne scariche se avessimo saputo. Un cast di attori più che di eroi.

martedì 1 dicembre 2009

Basta una sera sola a fare buio un giorno

Io credo che se uno ti ama, a prescindere che tu non lo vuoi, dovrebbe farti piacere. all'incirca.

A essere umili e presuntuosi allo stesso tempo ci vuole il talento. Io, umilmente, ce l'ho.
Amo pure la sincerità ed onestà intellettuale.

Gozzano mi pare ebbe casa ad Agliè. Mi pare perchè mi pare che ad Agliè fosse casa sua che mio padre quando 'era mio padre' insieme a mia madre quando eravamo una famiglia di cinque uniti mi portarono a vedere.
Mi ricordo che c'erano i campi e forse pure le pannocchie, ma le pannocchie non sono sicura. Però ho colto i fiori, passando.

Io ieri sera per le prime tre canzoni stavo con la faccia su un libro che mi è stato regalato da un Carlo che ho incontrato per la prima volta lì, quella sera. Cioè ieri.
Prima lo avevo conosciuto virtuale perchè è amico di miei amici.
Scrive le poesie, Carlo e il libro è di poesie. Dice che ha scritto anche un romanzo che si è scambiato con una mia conoscenza con cui ho fatto l'intervista a Vasco e Vasco mi ha detto che ero professionale e lei fan, anche se anche io sono fan.
Beh, io ero ieri sera nel pub, con la testa sul libro di poesie, ma non leggevo.
Non sapevo neanche che la mia conoscenza scriveva i romanzi, questo nei giorni passati e tanto meno che se li scambiasse con Carlo che ho incontrato solo ieri. La mia conoscenza che poi si chiama Francesca io non la vedo più da tanto. Condividemmo giusto poco più che l'intervista.

Comunque il romanzo non ce l'ho, ma ieri sera ho contato nel pub il numero di poesie del libro di Carlo di 516 pagine (che mi ha detto 516, ma non ho mica controllato ancora, però le poesie lui non lo sapeva il numero perchè non le ha contate nè numerate). Ho messo un numero di fianco o sopra o intorno a ogni titolo di poesia e son diventate 446.

Non so quante mattine ci vogliono per fare un giorno luminoso. Qui c'è luce e io ho abbassato le tapparelle del soggiorno.

Le poesie 446, ieri. Anche oggi credo. Le pagine 588, mi ha fregato.
Anche se tra tutti i fogli bianchi o coi titoli l'introduzione parte a pagina 9.
Se togli l'introduzione si va a pagina 25... che però è una pagina di titolo.
La prima poesia è a pagina 29 però credo che anche i titoli e l'introduzione son pagine da considerarsi di un libro. Però io ne avrei messe di meno.
Anche di mattine per fare un giorno luminoso ne metterei di meno.
Forse son tirchia.
Ci pensi però numerare 446 poesie per le prime due canzoni di un primo arrivo a un pub in cui entravo per la prima volta e a quel primo incontro? Credo fosse il suo primo libro, questo, di poesie. Carlo ha 56 anni e ci sono le poesie da quando aveva 16 anni fino al 2006.
Carlo in quel pub non era la prima volta che ci entrava, a differenza mia. Ci ha conosciuto lì una tipa che si chiama Eva e che lo ha fatto innamorare. Io Eva adesso ce l'ho su internet negli amici virtuali. Ha la mia età Eva, più o meno. Io 26. Lei l'anno poi vado a vedere.

Francesca comunque non centra niente con gli amici di amici che mi hanno fatto avere Carlo negli amici virtuali che poi l'ho incontrato ieri proprio con quegli amici, allo Sbarco, il pub, per la prima volta. Per la prima volta sia il pub che Carlo. Per me. Per Eva no. Per Carlo il pub nemmeno, io sì. A parte virtuale.
Eva lo ha fatto innamorare, ma - dice - non è innamorata.
Eva non c'era.
Eva virtuale non è amica di Carlo, non più. Degli amici che mi han fatto incontrare Carlo virtuale quando poi eravamo tutti davvero nel pub ieri sera, sì, è amica. Gli altri non era la prima volta nel pub, nè col Carlo, nè con me, nè con Eva. Eva non c'era. Non sarebbe stata la prima volta neanche per lei in un modo o nell'altro, questo. 'Non c'è stata' altre volte, per Carlo tante. Anche per gli altri credo. Io non l'ho conosciuta, magari, neanche quando c'era. Carlo e io, per esempio, è capitato varie volte che ci si era tutti e due dagli amici, ma non lo si sapeva, neanche nel virtuale perchè si è diventati amici da poco anche lì.
Al primo incontro a Carlo Eva gli ha chiesto il numero di scarpe. Io ho fatto finta di e ho riso. Gli ho dato però il numero delle sue poesie nel libro. Si sono conosciuti col numero di scarpe sul divano dove eravamo seduti Carlo, Andrea ed io ieri sera, Carlo ed Eva. Carlo era per la seconda volta sul posto della prima. Andrea era al posto di Eva. Dall'altra parte della stanza c'era l'ex fidanzato di Eva, ho saputo, ieri sera. Me l'ha scritto Carlo. Ieri sera dopo aver contato le poesie ho scritto anche io come anche Carlo. Era stata una idea mia nel virtuale.
Eva adesso, che noi sappiamo, non sta con Carlo, ma neanche con Adamo.
Non c'era, pare, ieri sera, Eva.
Carlo di scarpe porta il 45.
Io di poesie ne ho contate 400 di più.
Ora è ancora mattina. Pure luminosa. Il giorno, meno.

Una cosa da dire ce l'ho e la dico: Guido stava facendo lo stesso spettacolo di Federico. Son loro gli amici. Io e Andrea e Nadi quando possiamo andiamo e recentemente, così come nel corso del tempo, abbiamo potuto svariate volte. Rivedere tante volte nel corso del tempo e settimanalmente uno spettacolo, se lo spettacolo è praticamente sempre lo stesso, può risultare ripetitivo. Forse. A me no perchè già solo cambiando il locale e la serata e la stagione o anche solo il clima e il mio stato d'animo e quello che trasmettono di loro gli artisti fosse pure con una maschera o un vestito o un vino mi cambia l'emozione ed è quella (tipo Blowing in the wind questa volta) che trattengo di ogni serata che si rispetti, ma io sono strana (e scrivo troppo) (per esempio mi piace vedere come Guido, che nel libro suo di poesie che io ho dagli anni è molto molto più malinconico di così e lo era nei primi suoi reading che ho ascoltato, poi si sia trasformato e m'incuriosisce scoprire se dipende dall'inverno). E' altra storia, insomma.
Andrea, scherzosamente, ha espresso invece la necessità - visto che gli tocca venire al Grande Fresco, lo spettacolo, una volta a settimana (in quest'ultima settimana per esempio) o comunque abbastanza sovente - di sentire cose nuove. Guido, sapendolo, ha originalizzato il suo reading e di molto in questa serata di ieri. Tutto questo sproloquio (scrivo veramente troppo) e faccio i miei complimenti a Guido.
E' bello che un artista e più generalmente un uomo, seppure un po' basso - è da ammettere, abbia questo punto di vista aperto, sempre, al suo pubblico e più generalmente alle persone che lo seguono, magari sovente. E magari gli dicono che è tempo di originalizzare un po' la scelta di poesie dello spettacolo non solo - almeno da parte mia che ho fatto da portavoce in qualche modo (e faccio veramente tanto, troppo per alcuni, ma non per Guido) - per sè. Insomma non si capisce (scrivo 'così così' 8 volte su 10), però Guido, grazie.

Anche a Carlo ho detto grazie, per aver inchiodato allo schermo quelli di ieri sera ed altri momenti degli amici artisti. I miei video fan schifo 10 volte su 10, quindi grazie. Stavo cercando di fare una foto all'inizio del suo video (chè sono protagonista pure nel video, ti pareva, io 'ci sono' troppo), ma Federico non sta un attimo fermo, delle volte. Delle altre io mi dimentico la fotocamera e così, pur andando sovente, nel corso degli anni, non ho quasi alcuna foto di lui e nessuna insieme. Anche perchè le foto in posa non mi piacciono tanto. Sono strana, pubblico troppo, madonna se pubblico troppo.
Io di libri mai.

Bellissimo il pezzo alla fisarmonica di Guido.
Vito, però è Vito. Vito suona il cajon. Ieri non c'era. Vito è un amico che non vedo da un po' tanto. Mi manca credo più o meno come a Carlo manca Eva. Solo che non si può contare, la mancanza, come le poesie.
E Blowing in the wind - cantata così come l'ha cantata Federico, ieri sera, nel pub Lo Sbarco, è Blowing in the wind. Vedi com'è? era divertente, di solito è il clou dello spettacolo quel tipo di pezzi, lo è stato pure secondo me il clou, ma io durante Blowing in the wind non ridevo molto ieri sera. Forse gli occhi, non so. Comunque, di certo, in quel momento erano malinconici il giusto. Ma io sono strana, pubblico troppo e, cazzo, scrivo veramente male tante volte. Tipo questa.

Specie per chi non leggerà, come Federico.
Specie perchè il commento a un video è il commento al video, prima di tutto e per tale lo si dovrebbe prendere.
Federico mi legge una volta ogni tanto, forse una-due volte su 10. Federico ieri sera mi ha detto che scrivo 'così così' 8 volte su 10 e che scrivo e che pubblico tanto, troppo. Mi ha detto che me lo dice perchè so scrivere. Federico, gli ho detto, ma un blog è un blog. Uno scherzo è uno scherzo.
A Federico, un'altra sera della stessa settimana di ieri (ma solo se conti che le settimane partono da venerdì, tipo), dopo lo spettacolo a cui Andre e io e Nadine andiamo diciamo sovente, avevo consegnato in mano una cosa che avevo scritto (scrivo veramente tanto) e si è piegato i fogli di carta e se li è messi nella tasca. Poi, a casa, il giorno dopo, si è quasi commosso e mezz'ora dopo me l'ha detto. 'Non sono mai di molte parole specialmente quando mi chiedono di leggere o ascoltare qualcosa', mi ha detto, pure.

(e dire che ieri sera in quella sala non ero nemmeno la più permalosa ;))

Su una cosa sono d'accordo con Andrea comunque anche dal mio punto di vista: facciamo un appello, una petizione, raccogliamo le firme,... il Grande Fresco di venerdì sera! chè stamattina siamo come reduci e Andrea ha dormito sì e no 4,5 ore, io più o meno pure (sfalsate di mezz'ora), Carlo ne ha 4 e gli altri non so. Anche per Federico che stasera suona di nuovo (ma non ci vado chè ci vado troppo e Andrea dice che è troppo lontano e che comunque stasera si riposa).
Quindi IL GRANDE FRESCO A TORINO DI VENERDI' SERA! Io la creo la petizione! (no, io creo troppo) così il venerdì mattina non mi devo lavare tutti i piatti con l'acqua fredda e 4,5 ore di sonno in corpo che sguazzano nel vodka&tonic di ieri sera, freddo.

(Se poi lor signori vogliono venire a Ciriè venissero in qualsiasi giorno e pure tutti i giorni, chè li ci posso andare a piedi :p e io non mi stranisco. Son strana, l'ho detto mi pare. E scrivo decisamente troppo e male: con questo la media passa a 9 volte su 10).

Mi piace la notte, devo dire. Che sia luminosa di stelle o fresca, che sia.

Me la vado a cercare.
E ora ho 4,5 ore di sonno in corpo insieme a un vodka-tonic e a tanti momenti e una Blowing in the wind impensata e bellissima.
Neanche che mi dicessi che scrivo 'così così' 8 volte su 10 lo pensavo. Neanche che mi dicessi che ti eri quasi commosso lo pensavo. Eppure tutti e tre le volte mi si stavano quasi per rinfrescare gli occhi, mi sa. Eppur triste, un po'. Pure se è stato bello. In parte però triste.
Sono troppo permalosa mi sa. Scrivo troppo. Pubblico troppo. Faccio troppe foto pure se non a te. M'interesso troppo. Penso troppo. Vivo. E non me ne fotto abbastanza. Mai.
Tu di come sto magari sì.
Però la malinconia degli occhi ce l'avevi pure tu ieri sera nello Sbarco e i bei momenti erano lì, 'dimmi chi sei' ti chiedevo a quattr'occhi freschi. Non hai risposto, non so se pensavi, se pensavi ad altro o se sapevi. Io so che la malinconia negli occhi ce l'avevi e gli occhi ridevano insieme. Come me quando ho scritto. Come te quando hai letto, quando hai letto. Malinconia negli occhi della permalosa quando ti ho chiesto di 'dimmi chi sei' e sei stato zitto ed era pure nei tuoi; malinconia negli occhi della permalosa quando hai cantato Blowing in the wind ed io son stata zitta; malinconia negli occhi della permalosa nei bei momenti quando parliamo e ti frego il bicchiere di vodka-tonic dopo che ho finito il mio e un po' m'impiastriccia perchè a te han dato il bicchiere di plastica davvero ieri sera e a me il vetro.
La sera del foglio in tasca hai spaccato un bicchiere di vetro per sbaglio. E ci siamo messi a ridere tutti. Poi dopo il foglio in tasca mi hai abbracciata e avevo un vestito corto ed ero bella. Sono bella nei miei scritti 'così così' e in quelli che ti fanno quasi commuovere.
Ieri sera t'è caduto a terra il bicchiere di plastica. Hai lerciato il pavimento del secondo pub in una settimana. Ieri sera gli hai dato un calcio, al vetro l'altra volta no. Ieri sera mentre parlavamo hai dato un finto calcio anche a me mentre facevo finta di essere offesa. Sono bella anche quando tu non lo sai e non mi dici 'dimmi chi sei'. Sono belli i bei momenti, come anche ieri sera. I bei momenti però pure con Guido e con Matteo che è il chitarrista, ecco.

Ieri mi hai detto anche che di quelli che vengono tante volte ne hai tanti. Questa forse è stata la più triste, più vera e più allegra. Volevi dire che non sentirai la mia mancanza se non ci sono?
A me fa piacere se mi leggi, anche per scherzo, fa piacere se suoni e io ci sono, ma non è detto che sia reciproco. Anzi. Tu perchè non lo dici? perchè ti fa comodo o per un perbenismo che, sbaglierò, non t'appartiene?

Ieri mi hai detto anche, e ripetuto tante volte dopo la prima, che mi dicevi che scrivo tanto troppo perchè sono una che sa scrivere, sono una che sì.

Comunque io quando vengo a sentirti, ecco, è perchè quando sento 'nel mio quartiere' nel mio quartiere, a casa, nel cd che mi hai regalato, ho gli stessi brividi di quando ti sei trovato tra la mia infanzia e le mie storie, sprovveduto, senza conoscerle del tutto, ma ritrovandoti piantato dentro ad una storia da qualcun altro che con quella storia, comunque, vive la stessa emozione. O simile. O una. Mi dirai che le emozioni le provano in tanti - troppi? Ti dirò che dal mio punto di vista no.
E comunque vaffanculo. Dopo tutto. Che per te non conta niente. E ok.

Mi delude che tu certe urgenze dovresti saperle al di là di tutte le stronzate, non che non credi io sia bella.

Il fatto che io, permalosamente, ci sia rimasta male e te stai zitto è già una risposta, comunque. Ciao e scusa, se ho scritto tanto.
Troppo.

Ho ritmi diversi dai tuoi, ti ho ripetuto invece io. Non mi hai prestato attenzione su quello e sugli occhi, ieri sera, allo Sbarco.

Il Grande Fresco allo "Sbarco", in via Pellico zero a Torino, la sera del 19 novembre 2009. Sul palco, Guido Catalano, Federico Sirianni, Matteo Negrin e i Santa Barba.


Il Grande Fresco alla Taverna dei Mercanti a Torino in Via Santa Chiara 13 la sera del 13 novembre 2009.

2 commenti:

  1. Tu ci sei, eppure anche non ci sei. I livelli dell'esserci e non esserci sono così relativi. A me piace leggere questa cosa che hai scritto. Ma a te spiace che non la legga qualcun altro. Eva non c'è. Altri ci sono e non ce ne accorgiamo. A volte in quei locali faccio una panoramica con lo sguardo e osservo tutti i visi che non conosco. Le loro storie non si intrecceranno forse mai con la mia, ma non importa, perché non mi hanno attaccato il desiderio che accada. Quando invece il desiderio si attacca e l'intreccio non accade lo stesso, allora è più difficile da sopportare.
    Non lo so se le emozioni le provano in tanti, troppi. Ci sono emozioni ed emozioni. Emozioni è una parola molto vasta, forse è come l'udito. L'udito ce l'hanno quasi tutti, ma conta che cosa e come sentono. Io non so neanche bene come funzionano le canzoni, anche se ho scritto una poesia dove dico che l'ho capito, ma pensavo di averlo capito in quel momento particolare, poi magari no.

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  2. quello che un po' dici qui io lo dico in un mio scritto successivo, l'ultimo che ho scritto non chè precedente pubblicato su questo blog. insomma 'biglietto per kukuwok'.
    ho incrociato l'uomo coi rasta nel modo che dici tu qui e gli ho scritto una lettera.
    a me piace, oltre a osservarmi intorno, fare amicizia con i miei pezzi dopo che li ho inventati.mi piace un sacco.

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