SPIRALE CICLICA

Si corre soli. Si corre come cani senza guinzaglio in strade di paesini senza padroni. Eroi per giorni che se ne sono andati come faremo noi con le museruole sciolte, ma senza accorgerci. Ci saremmo portati bottiglie di vino rosso e penne scariche se avessimo saputo. Un cast di attori più che di eroi.

martedì 22 dicembre 2009

Paco.

Paco è nichilista, esistenzialista, narcisista egocentrico. Dà molto valore a dettagli e sfumature minimali.
E' protagonista, ma sta in disparte.
Ha potenziale, stile, fantasia, talento, creatività, curiosità, coraggio (di non averne), follia e coraggio di viverla, genialità. Originale e bbbanale.
Trasuda vita, magari non in tutti gli aspetti, ma estremamente in quelli in cui è vitale.

Parla in codice, ma è la persona che si esprime meglio che conosci.
La lingua è un codice, la scrittura è un codice,...l'importante è il contenuto, sostanza, istinto puro, non si sa dove si va a parare, urgenza che prescinde dalla tecnica, la passione arriva. Comunicazione di verità. Empatia
Parla meglio con gli occhi che con la bocca.
Non è uno che ride quando è contento e piange quando è triste. Potrebbe benissimo fare tutto e il contrario di tutto e fartelo credere.

Insensibile e sensibile, dolce e amaro, affettuoso, tenero e disinteressato.

E' un tipo plasmabile su tutto, camaleontico (?). Non dice, si fa dire e alla fine 'diventa' apparentemente ciò che dicono.
Paco 'è' grazie agli altri. Trae linfa dall'altro per 'essere'.
Paco investe la sua vita nella molteplicità delle esperienze che questa ti offre. E' in grado di spaziare, ma non perde mai la sua vera identità (così prima o dopo torna di moda) costituita dalla scelta di vivere così.
Vive le persone come bottoni da schiacciare quando gli va su un CALENDARIO appeso in camera sua, vive persone e situazioni quando ritiene perchè le persone 'si fanno leggere quando è il loro turno' e le conseguenze non sono affar suo perchè non promette niente e se la gente 'sopravvaluta' non se ne sente responsabile.
Persone come libri, storie da guardare esternamente se esterno si può dire uno che entra in ciò che legge trasformandolo nella sua vita e sapendosene tirare fuori quando è 'tempo'. Una specie di 'babele' dei libri e delle facce/sfaccettature del suo personaggio, che magari è una delle poche persone 'vere' e ha bisogno di nutrirsi di tante facce per costruirsi.
Sembra che nessuno abbia la possibilità di conoscerlo a pieno.
Stare al mondo significa relazionarsi con gli altri e dopo un po' si torna ad aver bisogno di questo, di gente che 'c'è' e dunque bisogna prendersi cura delle conseguenze?
Egoisticamente il suo è un gran bel modo di gestire le situazioni/è altruista, generoso verso il prossimo/si corre soli....si corre come cani senza padroni...

Interessante e pericoloso. Sfugge appena lo hai colto: 'vado'.
Sono difese le sue? come si scardinano? con l'istinto e basta se no 'non è cosa'?
La difesa scatta quando cominci a volere più di quello che ti ha dato, mai prima.
Se non si ferma, se và avanti, è perchè sa che non può darti di più = correttezza/onestà di fondo.
Viverlo è l'unico modo per trovare il suo vero significato.
Per tenerlo vicino bisogna lasciarlo andare.

Sicurezza/insicurezza di sè e delle proprie potenzialità? consapevolezza.

Lo specchio riflette solo se qualcuno ci passa davanti. Se per assurdo nessuno passasse di lì cosa ne sarebbe di lui? sarebbe inutile come lo è pensare di non voler soffrire. Volenti o nolenti se si vive e non si vegeta prima o poi si soffre perchè è una parte della vita stessa.

E' uno stile di vita imparato a memoria nei gesti e nei modi e fatto proprio?
E' davvero in grado di mettersi in discussione? Ha paura di mettersi in gioco? La sua paura è curiosità del timore, rabbia ogni giorno più forte, coscienza pura, impotenza verso il destino, inquietudine, si spengono gli ideali per delusione e disillusione (?). A cosa è servito vivere, amare, soffrire? fugge il sogno, lui resta (nichilismo-esistenzialismo).
Non ha più voglia di battaglie contro cose più grandi (fuori c'è un tempo da cani, meglio stare a casa davanti alla tv).
E con chi dovrebbe mettersi in gioco? con chi fa la meteora fulgida nella sua vita per un po' intuendo un varco nella sua anima per poi fermarsi alle sue blindature?

A volte le corazze si possono attraversare, ma solo ed esclusivamente se chi la indossa ha voglia di provare a far entrare qualcuno nel proprio mondo e se quel qualcuno lo vuole veramente. Paco non ne ha voglia?

Pensa di essere impenetrabile? Chiunque può incontrarlo. Rimane attratto e stupito dalla schiettezza di chi vince le sue barriere.
Torna mai indietro? Non passa notti disperate su ciò che ha fatto o avuto. Andate, sono andate. Rimorso per le occasioni perdute (intimista)(?)

Come se ne esce?
Folle monotonia che può essere rotta solo dall'unico sentimento che riesce a catapultarti in altrettanti giorni tutti uguali, ma da cui non vorresti uscire mai...l'amore. L'unica altra possibilità di inceppare la mostruosa videocassetta programmata a ripetersi in eterno sono gli eventi eccezionali. Dai contrasti forti nasce l'emozione e le barriere stanno a zero.

Per lui alla parola amore non segue mai la parola quindi.
Barriere verso ciò che può provare non dice di averne, ma ritiene di non potersi innamorare perchè l'amore non è una cosa superficiale e dopo aver vissuto certe emozioni e situazioni seppur poi abbiano portato ad una fine (c'è una ragione precisa se c'è una pietra sul cuore che pesa; ha già fatto la sua rivoluzione), si fa improbabile riprovarle (statistica)

Indagine altri motivi? com'è cresciuto? famiglia di matti, cresciuto tra nonni (forte senso di appartenenza e affetto per i luoghi che vive e le radici che trova) e mattoni (si è costruito una strada/casa da solo o con i suoi compagni di strada), famiglia di origini contadine: saggi ignoranti di montagna che sapevano dante a memoria e improvvisavano di poesia.

Ritiene di poter vivere solo più rapporti superficiali.
Non ci crede più? (quando riparte il treno, parte)
Non ha stimoli giusti?
Cerca? e cosa? certe crisi sono segno di qualcosa dentro che urla per uscire (coerenza dell'essere di Paco); non ha più energie e fiducia, è prosciugato umanamente e arrabbiato e non ha più nulla da dare, nè trova stimolo nel cercare. E' stanco, ha problemi materiali e interiori, ha voglia di riposare il cuore, ma non trova pace. Reduce.

Come a dire 'la vita è stronza e bisogna esserlo di più' vive un'incapacità di esserlo davvero. Umanamente attraente ed apprezzato in un contesto in cui ogni fattore è una variabile.
Si dice da solo che è tutta una finzione di essere se stessi.
Curiosa alchimia di vita mista tra impulso ed intima razionalità.

Rischia di perdere cose intense della vita, ma vive quasi tutto, pur non andandoci incontro. Accoglie.
Ci sono cose per cui vale la pena rischiare? Il rischio vero è il suo?

Si espone poco, ma dà tutto (non è egoista) anche con due parole e a chiunque ritiene interessante sulla sua strada (buoni osservatori, uomini e cose semplici, MELOGRANI PER CASA), ma ti mette le CHIAVI IN MANO e la SERRATURA te la trovi tu. Non si consegna a te. Si lascia amare, ascoltare, leggere. Talvolta appare freddo, ma fa parte dei rari che sanno cosa sia la passione. Si butta anima e corpo in ciò che fa.

I personaggi 'difficili', particolari, vitali (!), prendono e riempiono e mettono in moto aspetti degli altri. Provocatori di idee. Sono importanti nel creare sensazioni, stimolare, farsi porre domande, spingere a capire.
Paco è un PALO, da lasciare così com'è, nessuna rivoluzione che porterebbe al solito finale scontato e quasi mai vero 'ed insieme vissero felici e contenti tutta la vita'. La disillusione di Paco è una delle fragilità che gli danno umanità e non è da vincere sostituendole la magia (se no sarebbe una favola, finta), nè da sottovalutare, ma è fragilità umana da vivere (CAFFE' AMARO di Paco dopo l'ubriacatura).
Paco deve poter crescere.
I personaggi che hanno a che fare con lui cambiano, si trasformano, capiscono qualcosa di se stessi proprio per averlo incontrato.
Pugnometro: il tizio di turno misura la sua forza su di lui, alla fine si sceglie chi ti mena meno.

Uno di quegli uomini 'di passaggio' che sono belli se presi per ciò che sono e nel momento in cui si prendono anche perchè a dosi più massicce si rischierebbe di veder diluito il principio attivo che sembrava piacerci.
La poca intelleggibilità stanca e si può scoprire come dietro ci sia poco o altro da ciò che si credeva (?). Poco affidabile.
E' una perdita di tempo ed energie? Bisogna lasciare che si trovi da solo se si sta cercando e che si perda da solo se non sta cercando nulla.
E' difficile prenderlo e perderlo. 'Passaggio' che non si schioda facilmente dalle menti dei personaggi che lo incontrano.
Trappola. Spirale ciclica attraverso 'bacio' (gioco ce l'hai). PUPARI.

Uno di quegli uomini che sulla carta nessuno vorrebbe ma che in realtà qualunque donna vorrebbe far suo o uno che apparentemente tutti vorrebbero ma nessuno va avanti veramente a cercare? cosa comunque impossibile: non sarà mai neanche di se stesso e lui lo sa.

Limite del suo senso di libertà. Vive di viaggi di pochi giorni, tenta di vedere più cose possibili e si imbatte in paesaggi stupendi che tolgono il fiato, per un attimo pensa a quanto sarebbe bello abitare in quel posto, ma poi la strada chiama per riabilitare corpo e spirito e quel senso di libertà non imbrigliata gli impone di andare, per non perdere un briciolo delle infinite possibilità che la vita offre chè la sfera del possibile ha sempre il suo fascino.
Precisa scelta quella di non soddisfarsi per mantenere lo status quo.

La conoscenza del posto rimane superficiale, magari per mancanza di tempo ci si perde il meglio che stava in un quartiere inesplorato, magari avrebbe potuto amare di più, fermarsi in un luogo anzichè viaggiare. Alla fine ci si può stancare di girare e scegliere un porto sicuro a caso. Sempre che durante il viaggio non accada l'imprevisto. Quello capace di farti fermare con naturalezza e fanculo la libertà. O puoi trovarla lì la libertà e costruirtela e capirne il senso. Pensare che ne valga la pena.

Immaturo? Poco costuito? Giovane/Vecchio (Guccini; narcisismo-Dorian)?
Fasullo di cui è pieno il mondo? un debole 'con una maschera enorme a carnevale'. Maschere sociali, intime, profonde,...(Eyes Wide Shut)
Nasconde il vuoto dentro a un'apparenza affascinante per chi si fa abbindolare dalla superficie piacevole?
E' un bluff? Una partita persa in partenza?
Siamo tutti finzioni e lui ne ha consapevolezza dunque è più vero? E' presunzione perchè non tutti sono così?
Potrebbe far cadere in trappola qualcuno che invece ha provato a rischiare? da subito questo personaggio dà idea di poter disporre delle vite altrui, troppo potere in mano a uno solo.
L'unico secondo fine nei rapporti sembra sia quello di non soffrire, non si permette mai di correre il rischio di stare male. Sta bene(?) e forse la sua debolezza è proprio l'adottare questa strategia senza lasciarsi andare ad emozioni che ti mettono in gioco e rischiano di scottarti. Debolezza in quanto rinuncia troppo grande.
Oppure si sente talmente figo da non considerare paura di soffrire la sua scelta di vita. Da cos'altro può essere dettata?

Esiste un solo modo per sentirsi felici: sentirsi in mano la propria vita, scegliere il proprio destino. Protagonismo responsabile. Libertà(dipendenza/schiavitù da essa).

Ci si rispecchiano tanti? (non è poi così originale? ci sono tanti originali)
Si vorrebbe essere così o no?
Fa paura, tristezza?

Paco è malinconico e solitario. Vive fasi di vuoti emotivi che lo portano a guardare al passato con nostalgia; l'aria malinconia non gli passa neanche nei momenti di giubilo.

Resterà nella sua bolla multicolore come se nella sua vita niente fosse successo?

Paco è....
- mancino, fotocamera in mano, testardo, anticlericale con sua fede, animale notturno

- manager/organizzatore che orchestra la la disposizione lavorativa cercando di trarne il massimo profitto (un tipo plasmabile non può fare il manager)
- collezionista di bottoni (il collezionismo ha bisogno di capacità di selezione e ricerca, non statistica)
- pubblicitario
- equilibrista squilibrato
- portiere in un albergo lussuoso (albergo venezia) in cui non potrebbe permettersi di soggiornare. prende un po' dalle vite di quelli che osserva, vite che non potrebbe mai vivere. (bluff: non può permettersi 'il lusso')

- al caffè della stazione (lei si alza, disegna con le mani; lui resta seduto senza sapere che fare)
- ubriaco in osteria (caffè amaro) (incontra un uomo con un'età, un dottore, uno sposato, un annoiato, un impaurito)
- ad osservare un'alba inutile (malinconia)
- in una gondola (la gondola è una giostra fuori dall'albergo - niente è come sembra)
- 'non so cosa ci sia in cantina, ma prendi cosa vuoi, qui ognuno viene e ruba qualcosa' (scambio di bottini)


- un giocatore, ma non è stupido. Mette in gioco anche la sua libertà (dà tutto se stesso/elimina i suoi filtri per scoprire le carte?) ed ha già quello che vuole. Cerca altro ancora? complicità (libertà - amore utile, vive storie semplici). Gioca 'realmente' con (?) gli altri, unisce illusione e forza (fragilità) e viene amato per questo. Si fa volere bene. Cosa trova nel suo gioco?
Se chiamato a giocarsi tutto (ciò che non ha più), sfugge. Non è un giocatore (bluff) o non crede realmente nel suo gioco (illusione come ragione di vita)? O è onesto. O non crede in se stesso e nel suo potenziale. Non ha carte.
I paco-bluff vengono fuori al bivio: staticismo - non avere coraggio di portare avanti la propria illusione in una sfida con gli altri, non avere coraggio di buttarsi in campo a giocare la partita anzichè guardare il palco/campo. Non reggono il gioco. Paco ha una voglia matta e paura di salire sul palco e dopo averlo costruito quando lo invitano (narcisista) sopra (perchè se lo merita) ci si arrampica e ritrova la sua dimensione (è il posto suo). Gioca responsabilmente sempre le sue partite. Si preclude (? non ha interesse) partite a cui lo invitano gli altri, ma che non gli sono proprie, senza un motivo che vada oltre se stesso (limite; fragilità, filtri).
Ci si può giocare una vita con le illusioni.
Che illusioni? Perchè sceglie di giocarsela così? (non crede più nella realtà)
Che ci trova? (se stesso, vita, una propria immagine di cui potersi innamorare - narcisismo)
Cosa gli toglie questo modo di vivere? (delusioni, fallimenti?)

- pietra: sassolino portafortuna, costruisce la sua chiesa, scagliata
- foglia aggrappata su un ramo in attesa che vede le altre cadere via via

- musica: rock/jazz
- drink: white russian
- detti: la necessità è irresponsabile, la fortuna instabile, invece il nostro arbitrio è libero (epicuro);
la vita è ciò che facciamo di essa, i viaggi sono i viaggiatori, ciò che vediamo non è ciò che vediamo, ma ciò che siamo (pessoa);
saper intromettersi tra le cose e se stessi è il più alto grado di savietà e prudenza;
diventa ricco o muori provandoci (paco rapina/è rapinato)
- luogo: sud italia
- songs: mister paco, caravan de ville; battere e levare, de gregori; l'isola non trovata, guccini; eskimo, guccini; 100 pennsylvania avenue, guccini; l'orizzonte di k.d., guccini; il suonatore jones, de andrè; pezzi di vetro, degregori; intorno a 30 anni, locasciulli
- letture: gozzano, morte dell'utopia; pessoa

4 commenti:

  1. A tratti qui mi sembra che parli di me (forse perché sono egocentrico). Poi per certe cose no. Ma questo Paco un poco mi assomiglia. E un poco no. E a te, ti assomiglia?

    RispondiElimina
  2. più che a me somiglia al mio Adamo.......

    ...io somiglio all'altra protagonista di questa sceneggiatura

    RispondiElimina
  3. Allora il tuo Adamo un poco mi assomiglia. Non completamente. Un poco.

    RispondiElimina

Dicevi?