SPIRALE CICLICA

Si corre soli. Si corre come cani senza guinzaglio in strade di paesini senza padroni. Eroi per giorni che se ne sono andati come faremo noi con le museruole sciolte, ma senza accorgerci. Ci saremmo portati bottiglie di vino rosso e penne scariche se avessimo saputo. Un cast di attori più che di eroi.

sabato 11 giugno 2011

La storia insegna...

(domenica, 4 maggio 2008 alle 03:24)

(L'Italia di Piero - Simone Cristicchi)

Rosicchio i secondi all'orologio e poi spio dal vetro della doccia ciò che ti scivola addosso cambiando velocità e direzioni.
Gocce d'amore, che vanno via.

- Non ce la farai mai, Robert! Non puoi portare qui tutto quel che hai vissuto! - questa sensazione che è come bere un caffè con due mani, è ancora qua ad occuparsi della mia povertà.
- Sono povero di contenuti per dirti che t'amo. Sono povero di cuore per costringermi a non provarlo - 
Infantilmente geloso di tutti gli sguardi che ti si posano sui vestiti e poi insieme indipendente, com'è sempre stato.

E' la prima pioggia di primavera dell'anno, qui diluvia che neanche i fulmini bastano a spaventarmi. Mi ha sempre tranquillizzato guardare l'acqua che scorre e poi insieme elettrizzato.
Gioco ancora a rincorrere il tuono prima di vederlo, gioco ancora a nascondermi dalla tempesta affannandomi a trovare coperte e quant'altro possa servire per proteggere. E mi rinchiudo nella favola che ho dentro facendo finta che non esista un resto, perchè tutto quel che mi rimane è proprio questo. Cammino nelle pozzanghere e non me ne accorgo. Ascolto il ciak ciak dei piedi sull'asfalto e non ti riconosco perchè mi guardo i piedi e mi passi di lato sorridendo senza che ti veda.
Suono il portone con il freddo dentro e i pantaloni disegnati di gocce. Solo quando chiudo la porta sento l'umidità che c'è addosso. Allora mi cambio con qualcosa di uguale, solo di un colore diverso e mi tolgo le scarpe e cammino scalzo per i pavimenti di casa.
Mi preparo sempre qualcosa di caldo quando fuori c'è il temporale e lo chiamo sempre diluvio universale mentre lo guardo dai vetri appannati.

Qualche ora dopo sembra tutto passato ed ho anche smesso di giocare alla tormenta, tutta quell'elettricità è passata con l'entusiasmo che mette sempre la paura: il rischio di qualcosa di bello.

Esco di nuovo tra i marciapiedi bagnati ad annusare l'ultima aria di malinconia e a rincorrere le nuvole per scoprire se ci sarà dietro un arcobaleno pronto a spuntare ed illuminare gli sguardi di nuovo come il fulmine prima del tuono.

Sembro di nuovo bambino perchè saltello ancora, allungando i passi quando c'è un torrente che esce dai tubi delle grondaie di qualche casa e quando questi diventano affluenti dei miei pensieri, allora finisco nell'acqua con le caviglie e le scarpe. Riprende il ciak ciak. Mi sento un po' Chaplin e un po' mancare il frack, ma ho già freddo così.
Quando poi c'è il vento ad invadere dentro è tutta una sfida di intenti. Lui che vuole spingermi avanti ed io che permango in tensione. E mi piace.

L'altro giorno mi sono raccontato una fiaba prima di andare a letto. Parlava di quando tutto sarà diverso, di come il sole non brucerà gli occhi se lo guardi, del fatto che gli occhi potrebbero non bruciare più anche dopo che esci dall'acqua piena di cloro. Allora ho pensato che ci sarebbe stata una differenza in meno tra la piscina e il mare, mi sono addormentato triste.
Come quando da piccolo la fiaba non mi piaceva perchè non avevo ancora voglia di appoggiare la testa al cuscino e poi chiudevo gli occhi sognando di essere altrove alla faccia di mamma.

La cosa più bella dei dati di fatto è che sono così come sono e non puoi cancellarli, come i temporali quando ancora estate non è.

Forse è davvero tutta solo un'illusione anche un po' infantile, forse giocare a fare i bambini è solo un ricordo di qualcosa che non riusciamo a superare e non siamo capaci di vivere, forse il bambino è quello che farebbe i capricci per giocare nella pioggia perchè non si spaventerebbe davvero dei tuoni, forse bisogna essere grandi per capire.
Forse è capire che ci frega le carte di mano.
Oppure non ci rimarrà che immaginare il passato per ricordarci che un temporale ha qualcosa di magico e sacro, io comunque quando piove sorrido.

Mitraglio ogni volta che penso, che scrivo. Comincio a domandarmi se sono davvero pacifico.
Se non è tutto sbagliato e mi sto perdendo la partita con la convinzione di un bluff sbagliato.
Sono uno scrittore fallito perchè non pubblico le mie emozioni con semplice onestà e ci monto sopra ogni volta una pellicola di un colore diverso? Mangia la pillola rossa - Mangia la pillola rossa. Non ce l'ho fatta mica, poi. E insieme ad un'improvvisata comparsa mi sono tramutato in un mentitore tenendomela in tasca. Non l'ho restituita, sono stato a guardare che accadeva e com'era fatta attraverso il vetro della doccia, lo specchio di un bagno appannato d'aria fumante. Fumo una sigaretta,... no, non è vero. E' solo tutta colpa di Piero.

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