(13.3.08 - h 13.10)
Intenti a commuovere,
mi associo al tuo dolore,
mi tenti ad accoglierlo
ed è ancora qua.
Riassumo. Riassumo. Riassumo.
Sei amore che pesa
quanto lo togli, è già lì,
ti tenta di nuovo,
rimane ancora,
si assume ora
responsabilità d'assenza,
rivalità d'emergenza
tra il vivere a pieno la fine
che è tutt'ora qua.
Condanna, è consolazione,
l'amore.
Rimane oltre tutto,
riassume, distrutto,
si amplia, dà sè.
Ed è gomitolo
che ricreo con la cera.
E' carta
che increspo nei fiori.
E' penna
che ti tengo chiusa sulla scrivania
come servisse
a riassumere.
Come fosse finzione.
Non ci sei nei miei ricordi,
voglio confonderli nel sorriso sfocato
di quell'unica foto che vedo ora.
Sbaglio contesto,
mi arresto,
riassumo un testo già scritto
e perfetto.
E' creato,
è finito,
è buttato.
E' svuotato.
Nelle polveri che diventerai,
che ricopriranno la penna
sulla scrivania disfatta,
come se accadesse.
Come potesse restare
tutto intatto.
Come se ci fosse tatto.
Non riesco a sfiorarti
che con lo sguardo
cercando di non farci più male.
Mi rimani tra i capelli,
come carezza ancora da dare,
come farfalla intenta a posare.
Tutte armi per amarti,
tutte armi per perderti
e distrarmi,
tutte arti per fermarmi
ed averti,
raggiungerti,
senza spaventarmi.
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