SPIRALE CICLICA

Si corre soli. Si corre come cani senza guinzaglio in strade di paesini senza padroni. Eroi per giorni che se ne sono andati come faremo noi con le museruole sciolte, ma senza accorgerci. Ci saremmo portati bottiglie di vino rosso e penne scariche se avessimo saputo. Un cast di attori più che di eroi.

giovedì 7 gennaio 2010

05.01.10 - Monnalisa

Ci sono momenti che poso il cellulare e mi sale addosso tutta la malinconia; ci sono momenti in cui perl'adrenalina di sentire dopo qualche istante presumibilmente la tua voce, non riesco neanche a tenere il mio battito costante mentre cerco il numero nella rubrica. Ci sono diffidenze a cui siamo troppo abituati e che invece si rivelano di quelle sorprese a cui cedevamo di doverci disabituare. Avevamo perso la capacità di sognare e ci domandavamo se gli altri ne capivano l'importanza.
Così sono entrata a teatro senza più cercarti nella platea nè sul palco. Mi sono vissuta egocentricamente il tutto, compresa la comparsa sulla scena dell'artista ed il bellissimo concerto. Come non m'emozionavano da un po'. Nonostante che ci sono note che mi richiamano sulle travi di legno che mantengono il sipario e ci sono accordi che ascolto e patteggio col mio stato d'animo perchè li so parlare di me.
Sono entrata in teatro e mancavano alcune decine di minuti affinchè i visi si voltassero e gli sguardi si accostassero tutti sull'orizzonte e forse è guardarlo insieme che ci fa sentire quella comune sintonia ed innamorare gli uni degli altri. No, troppo buonismo. Io quello seduto dietro di me non lo sopportavo più con la sua radiolina accesa durante tutta la serata.
E poi sono volati gli occhi dentro alla coscienza di impulsi svegli tutt'ora che inspiegabilmente mi collegavano a reminiscenze e a passione, pura e vivida in me. Mi sono immaginata sai cosa? il teatro... sì, mi ha sempre affascinata, non parliamo di quando ci ho recitato su.. E dietro. Però il teatro... un teatro...vuoto... o anche non vuoto, almeno c'è musica o le voci impostate di dizioni che sembra debbano decantar poesie, però girarci intorno...dietro il tendone... esplorare tutte le stanze dell'edificio di un teatro: di questo avrei voglia più ancora che essere qui, in platea, ad ascoltare un concerto emozionante.
E mi sono ricordata quando una perlustrazione buia simile la feci nella mia scuola superiore, di notte, senza che ci fosse altro che noi... e negli scantinati la mia festa d'un compleanno che mi dava la maggiore età. Gli invitati li lasciammo di sotto e la scuola fu nostra. Mano per mano, correvamo a tratti, ti sfuggivo e riprendevo per mano. Mano a mano ci siamo fermati, baciati, banalmente baciati, davanti a una parete vetrata ch'era ovvio ci fosse anche l'indomani dopo le lezioni e risultasse testimone clandestina.
Mi sono fermata a pensare a com'è imprescindibile che vi innamoriate di me, un po' tutti, rimanete affascinati, attratti, in special modo sconvolti, poi, quando mi potete effettivamente restare vicino per un po' e l'unica è stare con me per farvi passare quell'amore.
Ma io ho bisogno di condividere questa passione. Ho bisogno forse di una persona simile per poter star bene. Tu, mi dici 'tu non staresti bene con una persona simile, tu e lui non avreste quel che vi serve'. Tu, tu mi pare che hai ragione o almeno le tue ragioni per dirlo e cosa ci serve? un pubblico? Inerte come mi dà fastidio ogni indifferenza. Di applausi che non mi soddisfano, non m'interessano più. Un pubblico di sguardi ignoti che non sanno di me ce l'ho già. E' costituito di tutti gli uomini che ho avuto.

Alessandro Bellati - Monnalisa

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