SPIRALE CICLICA

Si corre soli. Si corre come cani senza guinzaglio in strade di paesini senza padroni. Eroi per giorni che se ne sono andati come faremo noi con le museruole sciolte, ma senza accorgerci. Ci saremmo portati bottiglie di vino rosso e penne scariche se avessimo saputo. Un cast di attori più che di eroi.

lunedì 6 giugno 2011

Scena 1

Buio. Luce.
Fabrizio De Andrè - Sally (il volume va a salire progressivamente, la luce a scemare diventando penombra, la scena inizia a prepararsi...viene portato un tavolo, qualche sedia, entra Paco e si siede, gli viene portata una birra, tira fuori da una cartelletta qualche foglio e lo poggia sul tavolo anche se non lo guarda più di tanto... arriva Esther di punto in bianco, quando finisce la canzone).

- Io ci credo. Credo che a questo tavolo ci siano risorse valide per quella nostra rivoluzione. Ci sono gli strumenti e ci sono gli armamenti. Ci sono le capacità. Non è nemmeno l'organizzazione a mancare o lo spirito di servizio, ma voi non ci credete. E non ci mettete la stessa sincerità del mio venire qui a dirvi in faccia tutto questo. E adesso vi lascio, che vado ad un concerto. 
- Il concerto di chi è? - mi chiese, sarcastico, per dirmi che potevo anche andare. Ed evitare di perder tempo a dargli del voi. 
- Perchè: meditavi di venire? :) 

Tacque, continuando a guardarmi. 
Aggiunsi: - Comunque è vero che non perdi mai la tua vera identità.
Sai che della credibilità di ciò che dici me ne accorgo tardi, ma prima o poi me ne rendo conto.
Gli bastò questo per riprendere il suo sorriso:
- Lo so. Chissà che prima o poi non ti convinca anche di altro, allora... e ci ritroveremo a questo tavolo. 
- Sicuramente non possiamo ambire a che accada il contrario, come minimo per un fatto d'età. 
- Cioè, mi stai dando del vecchio? 
- Avevano ragione quelli che ti dissero che sei un ingenuo... ora avrai di che raccontare alla tua prossima cena. 
- Bimba, lo sai che mi ecciti quando fai così? 
- Non è una novità.
 

Esther si mise in macchina e partì. (scena in video, proiettata - buio in sala)
Una gazza si buttò sulla strada innanzi a lei cercando di prendere una briciola o qualcosa. Lei cercò di sviare sperando di farle paura con l'avvicinarsi del rumore del motore dell'auto, ma quella insisteva. 
In pochi istanti, di uccelli ne arrivarono ancora e ancora, rischiando di farsi ammazzare e a me rimase un'oggettiva difficoltà a non tirarne sotto qualcuno. 
- Non è l'ambiente per voi! - esclamai. 
- Devi imparare a guidare. - Disse lui, dal sedile accanto. 
- O a volare 

Ti ho sognata piccola, fragile. Io avevo solo voglia di stare un attimo con te. Domani parto, piccola. Scaccia quei pensieri tristi, goffi, sordi e sorridi. Il vuoto si colma e l'anima si calma. Ti chiederò i tuoi se e i tuoi come prima o poi. Ricordati che l'arrivo significa sempre che c'è stata una partenza. 

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Suonò il campanello e fin dal citofono mi disse che era lui. Che era venuto a casa mia per portarmi un pacchetto di sigarette visto che con la scusa d'andarsene di tutti i miei banali precedenti dovevo esser rimasta indubbiamente senza. Gli aprii il cancello, in effetti. 

Dopo che - Massimo Volume 

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