SPIRALE CICLICA

Si corre soli. Si corre come cani senza guinzaglio in strade di paesini senza padroni. Eroi per giorni che se ne sono andati come faremo noi con le museruole sciolte, ma senza accorgerci. Ci saremmo portati bottiglie di vino rosso e penne scariche se avessimo saputo. Un cast di attori più che di eroi.

giovedì 21 gennaio 2010

13.01.10 - Chiamate il mozzo a tirar su dal pozzo una birra

Tito&Tarantula - After Dark

L'analcolico come aperitivo è un insulto alla Fortezza livornese. Tra i ricordi ho scelto un mistico da sorseggiare come drink precedentemente ordinato di fronte a facce attonite e due barman che non sanno più di che stupirsi perchè si stupiscono sempre. La Madonna che ride stasera recita e non come madre, come si può scioccamente immaginare, ma clown da uno scherzo al giorno a vittime improvvisate o di scelte programmate.
Il prato che costeggiava l'auto mentre venivo qui sembrava un mare perchè la sera era calante e c'era brina di neve a far da corolla ai fili d'erba. La strada verso la risposta proseguiva e se fosse stata negativa mi sarei schiantata o avrei sciupato un'altra manciata d'ore. Non m'interesserebbe più di te.
Pilastri danno stabilità alla mia cattedrale piena di colonne, che poi siano sonore è altro. Fossi con te non parlerei molto e mi domanderesti cose e continuerei a guardare fuori e disegnare palline in bilico sul mio pentagramma. Penserai che son malinconica o penso a chissà cosa mentre io ti incollo tra le figurine dei miei uomini che non han capito ancora niente.
Stanotte ho fatto un passo al bar dei ladri e ho cercato bigiotteria rubata per scriverne romanzi. Ho trovato il tuo anello e un drago d'argento, che pareva rame tant'era sporco, ci si arrampicava su.
La marea ha deciso una serata di spirito e risa mediocri da far seguire al prato blu di stamattina in quella colazione rimandata. E il pettirosso nero chissà se è rimasto deluso, se è tornato tre volte, se si è fermato un istante e non un minuto in più, se non ci rivedremo ancora.
Un bicchiere per pub da spaccare, far cadere a terra e fingersi inopportuni. E nemmeno si può dire moda del nuovo anno prolungata di un po' perchè hai cominciato un mese fa.
Una scarpa sì e una no, t'insegno a fare il clown. Una mano che si fa pugno per passare a stropicciarsi sugli occhi come cartacrespa.
Ti chiedo di recitare con me ego al punto che se non ci guarda nessuno stiamo meglio. Ego scambiato con debolezze al tavolo da gioco.
Boccacce mentre con la mano ti tiri fuori la lingua, io ti rido in faccia; faccia poco dopo di stupore curiosa. Faccia di meraviglia, non t'incontro che nelle aspirazioni di questa mezza serata che finirò in casa. Avrei dovuto venir qui da sola, sarei stata più Madonna; qui da sola, sarei stata mistica attratta da te e avrei ordinato altro; da sola non avevo voglia. Senza di te. Sono senza di te. Senza di te, qui sola, mentre ti guardo e guardi uno schermo dietro me e m'oltrepassi. Siamo fantasmi, mentre scrivo su lenzuola bianche, fogli troppo grandi. E quest'orologio sul tavolo a non dire niente. Ho questo libro sul tavolo, orologio accanto, orologi a parte, ma nessuno mi viene a parlare di lui. Ho sbagliato bar, via, tavolo. Qui non ci sono ladri, forse tutto è cambiato. Forse nessuno qui lo ha conosciuto davvero. Eppure son Scritture preziose, le mie.
Pornografia e malinconie sulla parete bianca del bar con bordi neri. Un processo sul tuo: in processo le malinconie a farti da memoria e altare.
E direzioni solo di bussola sull'orologio poggiato in mezzo alle venature del legno piene di piccoli oggetti semplici che giocano a non farsi riconoscere. Fate salpare la nave.
Trame con venature nel tuo libro che non leggo qui. Alle mie spalle voci s'invitano per un sabato sera uguale agli altri. Io so già cosa fare e la ragazza da un saluto ha già presentato il suo sorriso in cassa e sbircia con l'ennesimo sguardo.
Vi vedo e non m'incuriosite per niente. Fermi. Statue, manichini, poster; non amanti di certo. Un'amante, per dio! è una cosa seria. E questa è serata d'allegrezza media. Il poeta beve una birra e mi ha detto che non ha scritto. Io tutti i giorni, gli dico. Mi fa strano parlare del mio bottino sotto coperta con occhi che capiscono e sono ladri attenti. E' un rapporto anche quello: ci stanno tenacia, costanza e pause di riflessione negli occhi e nelle Scritture. E un po' le conosco ste cose come vanno a finire.
Vorrei scoprire l'America! gli faccio. Ci credo e so che non arriverò alla meta. Così in un sorriso ti ho detto la mia disillusione di oggi, per fortuna ch'era autoironia.
Con gin. La birra sarebbe stata meglio del mio succo d'arance spietate a dar suono allo shaker chè da solo, Federico, non si muove. Sono le cose che ci metti dentro che danno quel sottofondo che sai e ami nelle tue serate.

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