SPIRALE CICLICA

Si corre soli. Si corre come cani senza guinzaglio in strade di paesini senza padroni. Eroi per giorni che se ne sono andati come faremo noi con le museruole sciolte, ma senza accorgerci. Ci saremmo portati bottiglie di vino rosso e penne scariche se avessimo saputo. Un cast di attori più che di eroi.

lunedì 2 novembre 2009

Cinque principi per cinque libri non scritti - 1) Bambina se rimani

E' una bambina su una poltrona, la luce della stanza è spenta. E' la sera di Halloween, ma lei non sta giocando scherzi. E' una penombra che ha orchestrata grazie alla lampada a stelo dello studio perchè andasse incontro al suo mal di testa.
Legge un libro perchè la rilassa e perchè ha urgenza di arrivarne alla fine. Urgenza dettata da sè, non da richieste esterne.
Si è tolta le scarpe per tenere le gambe piegate ed i piedi poggiati al tessuto verde della poltrona. Si è tolta gli occhiali.
Accanto, nell'altra poltrona, un uomo di una certa età la guarda; poco dopo si alza per il tempo necessario a posare un 45 giri sul piatto del giradischi infilato dentro il mobile angolare posto tra di loro, vicino alla lampada. Lui si risiede e ricomincia a guardarla.
Lungo la profondità della camera non c'è nessuno ed in maniera visibile nemmeno fuori di essa. In qualche altra stanza sì, si presume, per via delle voci che, prima della musica, si sentivano provenire e che escono sicuramente dagli altoparlanti di una televisione accesa.
Trascorrono pochi istanti, è lei ad alzarsi, si rivolge ad un'ipotetica platea: "ecco fatto" - dice.
Poi a lui: "ho costruito questa favola perchè volevo dirti che ti volevo, volevo dirti che ti volevo in questa stanza a guardare come mi muovo; ti volevo per condividere pochi passi fugaci e casuali nelle mie stanze di vita quotidiana: per te sarebbero stati passi distratti, per me il regalarti qualcosa di mio; illusioni scontate quanto lo sguardo di un occhio, la consistenza scomparsa della mia camicia nell'istante in cui ti sfiora per caso, il freddo del pavimento, forse, se ci si cammina scalzi, una musica in una stanza ad un'ora imprecisa, in prenombra. Volevo regalarti un momento che sarebbe stato irripetibile come lo è stato, volevo condividere questo silenzio. Più tardi ti saresti avvicinato alla finestra per gettare uno sguardo fuori, io mi sarei scocciata perchè la nuova distanza tra i nostri corpi avrebbe allentato il tipo di tensione che serve, lì, qui, per scrivere."
A farci attenzione il libro di lei è appoggiato accanto alla bambina, sul tessuto verde, con una matita in mezzo e questo fin da dopo la prima mezza pagina che ha letto.
A farci attenzione anche lei ha guardato l'uomo di una certa età nell'altra poltrona, altrimenti non avrebbe potuto scrivere la sua favola.
"I regali non per forza si accettano, - continua
ma tu mi hai adesso rubato il fastidio di te alla finestra e l'hai scambiato con uno più amplificato, ma inutile, quello della tua assenza, del tuo non esserci, qui, mentre mi tocca trovarmi a scriverti una lettera più che una fiaba."
Lui le rispose dopo un sospiro: "le storie le si raccontano ai bambini. Hai invertito i ruoli e non te lo permetto. Anche per questo sono uscito dalla tua favola con tutte le mie due scarpe e la distrazione". La bambina con una breve frase stizzita si tacque e riprese il suo libro e ricominciò a leggere; disse: "se i vecchi non le sanno più inventare non è colpa mia".

http://www.youtube.com/watch?v=vrNe06xWbic

Nessun commento:

Posta un commento

Dicevi?