SPIRALE CICLICA

Si corre soli. Si corre come cani senza guinzaglio in strade di paesini senza padroni. Eroi per giorni che se ne sono andati come faremo noi con le museruole sciolte, ma senza accorgerci. Ci saremmo portati bottiglie di vino rosso e penne scariche se avessimo saputo. Un cast di attori più che di eroi.

lunedì 2 novembre 2009

Cinque principi per cinque libri non scritti - 2) Ti infili in un pensiero

E' buio. La strada buia è adorabile così com'è. Si vedono luci e i cartelli blu con indicazioni stradali che fanno il verso allo schermo luminoso dell'autoradio. Per il resto il buio invade tutto e decido di ripararmi con il colletto caldo del mio cappotto dove da sempre con l'andare dell'autunno ci infilo il mento, la bocca,... pronta per una rapina di tutta quell'atmosfera che basta. Abitudini strane le mie come sentire la musica ad un volume troppo alto per te. Lo abbassi. O come quella di pensare.
E in questa notte buia penso che potrei vestirmi da strega e andare in giro per le strade buie tra amici e risate. Come quella volta che, damina dell'800, rigiravo per il centro della via più centrale della città e mi facevo guardare. Quella sera gli amici li avrei trovati più tardi, ero sola, andavo da Paco.
Mi manca il teatro e forse ho bisogno di una trasfusione. Sono sola anche in quest'auto che non sto guidando io. Sfuggirei volentieri ai miei pensieri perchè una delle mie abitudini è quella di addormentarmi in auto, tu lo sai, con la mia musica che mi fa compagnia. E che tu spegni ogni volta appena mi vedi con gli occhi chiusi.
Invece nella mia testa ci s'infila il ricordo dei Natali di bambina quando nelle palle colorate da appendere ai rami pieni di notti e di freddo, io ci infilavo sogni piccoli e mi sdraiavo le ore sotto l'albero in casa a guardarne le luci e farmi pungere da aghi più veri. Con la mia musica.
Nei miei Natali di bambina c'erano tante persone che non siedono più al mio tavolo, non ci sono più. Eppure ogni tanto si fanno esistere in quei ricordi sfuggenti che non fanno parte della mia vita, ma rimangono come illusioni mancate a pretendere un ruolo. Quello del passato, unico che gli concedo.
Mi manca, un po', la credibilità e l'amore per i Natali di allora.
Tre pensieri come tre desideri senza geni da guardare in faccia e il terzo sei tu. Tu che mi abbassi il volume e ne fai sottofondo e mi prendi in giro i cantautori impilando risate sopra la mia indole malinconica. Tu che sei così diverso da me da uscirne folli e neanche di quella follia che mi farebbe travestire e girare per una città che, se rese pazzo Nietzsche, vorrà pur dire qualcosa.
Per una città stiamo girando anche adesso, fino all'abitudinario posteggio sotto casa. Portiamo su la spesa, chiusa la porta ci abbracciamo nelle case riscaldate che tu paghi con i miei colori alle pareti e ci avvolgono anche loro. Quei colori che hai intravisto e accettato senza pensare troppo se ti piacessero o no e se tu li avresti di tuo scelti uguali. Quei colori che ho sperato tu potessi amare, più che capire e non solo guardare trovandoli carini, ma siamo diversi. La treccia spettinata contorna la parte destra del collo fuori dal colletto del cappotto; fa caldo. Chiudersi la porta alle spalle e chiamare una casa 'casa' era una sensazione di quelle che mi mancavano. Chiudersi la porta alle spalle e chiamando una casa 'casa' e abbracciandosi insieme alle pareti è un valore a cui non ambivo più. Lo faccio ogni giorno con te e con la notte buia di fuori che mi spia, a scrivere, leggere, magari ascoltare musica. E se non è una follia questa?!

http://www.youtube.com/watch?v=cGAUI2Sujrk

1 commento:

Dicevi?