SPIRALE CICLICA

Si corre soli. Si corre come cani senza guinzaglio in strade di paesini senza padroni. Eroi per giorni che se ne sono andati come faremo noi con le museruole sciolte, ma senza accorgerci. Ci saremmo portati bottiglie di vino rosso e penne scariche se avessimo saputo. Un cast di attori più che di eroi.

venerdì 27 novembre 2009

Mi sbraccio e abbraccio

Tu che sogni hai? e quanti amori hai in questo momento?
Il librone mi sa che me lo stai ricopiando via via.
Comunque mi piacciono i libroni, quello che non mi piace è non ricambiare i regali, sotto natale poi è sconveniente al massimo. Ora io non ho mai pubblicato libri e questo per scelta e per disinteresse e incapacità di pensare a come si fa perchè di materiale ne avrei e, se fosse, trovare il mio libro da qualche parte, sapere che qualcuno lo compra e magari farci pure qualche soldo, non è che mi farebbe male, specie se consideri che non posso lavorare perchè non posso lasciare mia figlia a nessuno e che il telelavoro in Italia sta ancora in condizioni penose, si trovano solo truffe e pure poche. E se conti, in ultimo, che la dipendenza - anche se dal mio convivente - mi pesa. Qui è quel discorso di libertà che si faceva fin dai miei 18 anni e dal mio andarmene di casa, un po'.
A questo punto però dovrei raccontarti come mi ero data una regola: mai bere o fumare se ne avevo 'bisogno'. Oppure di come i miei amici del liceo in blocco nell'intervallo se ne andavano a fumare spinelli, tutta la classe, e mi torturavano perchè 'mancavo solo io' e io non andai mai e mi diede fastidio, anzi, quando Matteo entrò in classe al pomeriggio strafatto per la lezione di disegno. Mi diede fastidio perchè Matteo un po' mi piaceva. Matteo per un po' mi fu compagno di banco e mi faceva il solletico al fianco. Matteo teneva i capelli lunghi e biondicci ed è l'unico ragazzo biondo, credo, che mi sia mai lontanamente piaciuto, se escludi Alessandro Arato, ma quella era a malapena una simpatia in prima elementare e poi Alessandro non mi piacque più in breve e prevalsero Massimiliano ed Andrea dentro ai miei pensieri, due tipi castani. Uno bello e uno no. Matteo adesso è su fb e oggi ho aggiunto un tipo che ce lo aveva stranamente negli amici insieme ad altri circa 14 amici in comune che, per me, non ci azzeccano nulla l'uno con l'altro o quasi. Matteo ho sentito che è andato all'estero a suonare. Gli piaceva suonare già al liceo. Massimiliano ed Andrea invece su fb non li ho trovati o forse nemmeno cercati abbastanza. Della classe del liceo che andava a fumare le canne ho quasi tutti, invece. Delle elementari pochissime amichette tipo Valentina che era la mia prima migliore amica. Le mie migliori amiche nel corso della mia vita si son potute contare nelle mani. Non ho molte amiche. Ora forse quasi nessuna. Non so. Di sicuro, ancora, non Eva.
Ma con 'quasi nessuna' intendo, l'hai capito, nella vita, più ancora che non su fb.
Senti, ma 'che sogni hai?' te l'hanno chiesto in tanti a te?

Anche io sono una tipa fin troppo leggibile eppure tutti mi prendono per misteriosa e dicono pure che me la tiro e, figurati, Alberto (quello a cui sto facendo il cd) mi ha pure detto che faccio l'evanescente e metto filtri nella comunicazione. Bah.
Se avessi messo filtri avrei dovuto rispondergli con un paio di link e sparire. Invece mi son messa lì a sbracciarmi (non per davvero eh, me l'ha detto su skype) per fargli i segnali stradali nella mia persona: vedi, Alberto - gli ho detto - lì c'è la testa che non vince quasi mai a scacchi con l'anima. E qualcuno dice persino che loro due coincidono! Lì poi, Alberto mi senti?, lì c'è il cuore... ma ne parlano tutti e poi, un po', il cuore, diciamolo, fa pure schifo. Cioè ora sembrerò strana ancora una volta però, se ci pensi, mi sa che ho ragione. Ti dico. Anche io faccio i cuoricini colorati sui cartoncini, prima ci mettevo pure le iniziali dei nomi dentro, adesso no....no, Alberto, non hai ragione, non sono filtri, ti ho già spiegato che non fumo quasi mai e tantomeno mi faccio i filtri da sola? di Matteo e di Alessandro Arato ti ho detto? mi pare. Comunque. Il cuore. Una volta che non ricordo se stavo disegnando cuoricini, ma spero di no, mi raccontarono che a mia cugina quand'era piccola fu regalato un cuore di una bestia, non so. Per sezionarlo. Per imparare medicina. Il regalo fu di mio zio. Mio zio adesso è medico chirurgo, pure affermato. Va a Niu Iork pensa. Va in Francia. Comunque. Mio zio di cuori ne vede e paciocca parecchi, mi sa. Chissà com'è, mi dico, pacioccare con i cuori della gente. Che poi la gente neanche la conosci. La gente sono tanti qualcuno che corrono soli, su vie senza padroni, come cani con le museruole sciolte, la gente. La gente è pericolosa quando si mette insieme. Nel bene e nel male. Ma non dicevamo della gente. Dicevo dei cuori. Beh, secondo me pacioccare e persino vedere i cuori della gente. a dirla tutta, un po' a mio zio gli fa schifo. Magari non lo dice perchè pare una brutta figura, ma secondo me sì. Poi c'è da dire che già il fatto che a mio zio potrebbe sembrare una brutta figura fa specie. E se lo conosci, mio zio, ti spieghi ancora di più. Però quando tu sei lì, in sala operatoria, che stanno per addormentarti, speri proprio che il medico chirurgo un cuore ce l'abbia e non gli faccia schifo usarlo, no?
E poi se ci pensi non è che sto dando del cinghiale a mio zio. Pure se non siamo mai andati d'accordo non condivido tanti suoi modi di vita, suoi e dei figli a quanto vedo. Vedo poco. Cioè lui e i figli li vedo poco. Ma non ne soffro. Forse non ho abbastanza cuore, chissà.

Certo che gli intrecci di fb son proprio strani.
Ecco, ora dovrei dirti della Francia, dovrei dirti della mia sala operatoria quel mattino e dovrei dirti di Andrea Parodi.
E allora ti aggiungo solo che non mi sono scordata del regalo che non ti ricambierò. Facciamo che te lo ricambio leggendomi una delle tue poesie ogni giorno. Lo so che sembra una paraculata, ma guarda che ti sto regalando alcuni minuti di ogni mia giornata e l'impegno e la promessa. Proprio io che di sposarmi non c'ho nessuna voglia.
Dico.
Non è mica poco i minuti.
Però pensavo, prima, che se le tue poesie nel librone di 516 (:) pagine fossero 365 mi verrebbe meglio. Vorrebbe dire che ti regalo un anno di minuti. Non è mica poco.
E lo so che sembra una paraculata.
E poi magari non sono nemmeno 365 e nemmeno 516. Io, però, una volta ho scritto un pezzo che si chiama 416. Se vuoi te lo faccio leggere.
Solo che ora ti dovrei dire di un folle viaggio, di Livorno, del mio tradimento non tradito che pareva una paraculata anche quella, di un paesino piccolo in Basilicata dove ci ho lasciato il cuore e... no. Il cuore non fa schifo, alla fin fine. Parrà romantico e paraculo, ma a me non mi frega poi molto di cosa appare alla gente fatta di qualcuni. Son mica mio zio, io.
Mi manca una z. Ma tanto non sono manco zorro quindi mi va bene così.
E poi nel tuo librone chissà quante z, non vedo l'ora! ci pensi? potrei contarle e ti guadagneresti altri minuti. Spesi. Magari a vanvera. Io comunque biologia non l'ho mai studiata con troppo piacere se escludi che significa studio della vita, ma io preferivo studiare la vita piuttosto che lo studio della vita. Sai no? forse però tuo figlio biologo chitarrista Francesco mi tirerebbe un pugno. Invece i ragazzi che suonano la chitarra (lo so che pare una paraculata), quelli sì. I miei fidanzati quasi mai. Luca era capace e mi suonò, nella mia prima mattina livornese, sul letto, occhi da orientale. Così, chitarra e voce. E io piansi. Dico davvero, piansi. Non puoi mettermi lì il fatto che ero partita chiudendo una convivenza, la mia seconda, ma questa volta voluta, andandomene di sera tarda a piedi con una borsa a tracolla e poco altro, fin dai miei nonni. E poi la mattina dopo decidere di partire per la prima volta, di colpo, perchè era il 30 aprile e volevo vedere il concerto del 1 maggio alla tele con lui, che cristo. Io non so che ci trovasse di cosi pazzo quando seppe, mentre ero sul treno, con un sms, che stavo andando da lui. Non ci eravamo mai visti in faccia. Ma se tu metti pure che effettivamente lui venne in quella stazione che il chiaro di luna non mi ricordo nemmeno se c'era e, diciamocelo, pare una paraculata da disattenta, ma quanto invece è più romantico che non me lo ricordassi?! E poi ci metti pure che scesimo tre, forse quattro scalini per andare nel sottopassaggio e dal binario passare all'uscita della stazione e lì, sulle scale, ci fermammo tutti e due nello stesso momento senza dircelo... nemmeno con uno strappo alla giacca, per dire e ci baciammo. E chissene frega del chiaro di luna, no? se poi ecco, per dire, ci metti il giro turistico in auto, di notte, ci metti il ponce che non ho potuto bere perchè il bar chiudeva in quel momento e il gestore ci ha chiesto scusa gentilmente. Se poi ci metti addirittura che siamo arrivati a casa sua e la sensazione strana di un posto mai visto. Se poi, magari, ci metti pure quei due divani che diventarono uno mio e uno suo e nel corso dei giorni ci ospitavamo a vicenda per dormire accoccolati o per fare l'amore o per sentire musica e chiacchierare. Ma ancora non erano nulla più che due divani. Ci eravamo messi nel mio, quella notte, quando arrivammo. Eravamo stanchi quando arrivammo. Non dormimmo tutta la notte. Si accoccolò lui sulle mie gambe. Non credo di aver fatto accoccolare un uomo sulle mie gambe tanto spesso. Di solito io sulle gambe di lui, per dire. Se poi ci metti però che io gli accarezzavo i capelli e ci baciammo e poi ci siamo tolti a vicenda i vestiti come in un film e abbiamo fatto l'amore per la prima volta sul divano e poi mi ha portata in braccio a letto e abbiamo rifatto l'amore come in un film. E se ci metti pure che io poi mi risveglio con quell'aria che non so dove sono di preciso e un frangente dopo, ecco! mi ricordo. La città nuova. Un amore nuovo. Ed è il primo maggio. Beh, già solo quella sensazione lì fa quasi piangere. Non per il primo maggio che comunque... se lo volevo vedere alla tele con lui! beh se ci metti che lui per di più mi sveglia suonandomi sul letto, a petto nudo dico! occhi da orientale con una chitarra paurosa che poi è l'unica che un giretto fuori dal giro di do o di sol l'avevo imparato ed era quasi blues e continuavo a rifarlo finchè lui un giorno mi ha detto brava, allora puoi capire, insomma, perchè io piansi. Quel mattino. Sul letto.
Poi mio padre non mi insegnò mai a suonare la chitarra perchè diceva che lui aveva imparato da solo con un libretto di accordi. Me lo diede. Io li imparai con foga e interesse. Quando avevo finito e per fare bella figura con lui me ne ero imparata pure due di giri di accordi, andai da lui a fargli vedere. Lui faceva le facce. Le facce strane. Non di compiacimento, non di gioia, manco di soddisfazione a dirla tutta. Forse non li avevo imparati bene con le dita tutte precise come un professionista, però cazzo!
Si mise a ridere.
Ma io dico!
Invece disse lui... solo dopo un po' che faceva le facce si accorse che li avevo imparati tutti al contrario. Certo però che sto cazzo di libretto poteva pure dirmi il manico della chitarra da che lato lo fotografa! Ho capito il privatista,....però. A livorno in questi casi dicono 'boia deh'.
Ti volevo dire altro? no. Eccheccazzo. No.
Anzi sì.
Non sono in verità nè paracula nè così cafona come sembra qui in questo messaggio dai vari cazzo. Però tu tanto non ti formalizzi. Penso.
E poi persino Eva ha scritto cazzo nella famosa mail.
Però non è che l'ho fatto per lei, è che ci stava.
E non è una paraculata.
Eva, comunque, poteva essere più gentile. Forse è per quello che un po' mi sta antipatica. Però un cuore ce l'avrà sicuro. E magari migliore di quello di mio zio. Pure se mio zio salva le vite, cristo. (tanto non ti formalizzi). Eva con quella mail ha tentato quasi di distruggerne una. Bisogna fare attenzione, io dico. Sia mio zio, sia Eva, sia io, un po' tutti.
Me l'ha detto Davide che bisogna fare attenzione alla gente e mica solo se è pericolosa. Quei qualcuni in fondo hanno un cuore quasi tutti e non puoi sezionarli così a mani nude. Forse per questo mi sta antipatico mio zio che ha regalato il cinghiale a mia cugina. Che regalo è un cuore di cinghiale? si ho capito, la medicina. Ma tanto lei non ha studiato manco alla scuola superiore di disegno, io dico. Ti pare che si faceva l'università di medicina? però mio zio salva le vite, cristo.
Mio zio ha un figlio per moglie: due.
Ora sta con una terza moglie che non ha sposato ed è stata sua amante tutta la vita, pare.
Magari un po' vuol dire, però non mi azzardo.
Ora dimmi se non valeva la pena aspettare questo messaggio che tu avrai pensato che mi facevo i fatti miei del tutto e non mi fregava di risponderti oppure non ti fregava e ti facevi i fatti tuoi di brutto. Va beh. ad ogni modo sto messaggio è quasi un librone.
Io quando rispondo lo faccio bene. E mi sbraccio pure ogni tanto. Magari. Se è.

Claudia, ma a te Carlo te le ha scritte le poesie? a me no. Quindi spero di non starti troppo antipatica. Che so io. Comunque a me Eva sta simpatica per le poesie. E' per la mail, semmai, che mi sta antipatica, ma neanche poi tanto. E' più una superficie di sensazione che poi magari và via come le gocce quando tiri giù il finestrino, no?!

16 commenti:

  1. Così ho riletto queste cose, che FB ha cancellato. Certe domande sembrano nuove ogni volta (quella dei sogni in particolare).
    Lo sai che questo intreccio fra personale e "pubblico", fra chat, mail, FB e blog, metterebbe a disagio quasi chiunque? Forse è dovuta a quello la cancellazione su FB.
    Ma tu hai beccato il "quasi", l'uomo che non ne viene messo a disagio.
    Forse un sogno che ho, sogno assurdo, è di tenere tutto insieme, scendere nel profondo restando libero, raccogliere ogni bellezza ma non con superficialità. Sogno assurdo, e finisce che butto via le macchine da scrivere. Ma C. me ne porterà una per te: vedi come tutto a volte si corrisponde?
    Di questa cosa, il desiderio di tutto, la saturazione, l'invasione, l'esplosione, l'impossibilità, il qualcosa che resta sempre fuori e il qualcosa che resta sempre dentro, parlano due mail ricevute in questi giorni. Una proprio da Eva, che immagina porte e spiragli su intimità da scegliere e da non violare, e una di quella che ti porterà (porterà a me per te) la macchina da scrivere.
    Ma non te lo copio qui, perché il mischiare pubblico a privato può andar bene a te e me, ma non lo si può né deve imporre ad altri: sarebbe una violenza.
    Dirsi tutto così apertamente è molto. Ma il percorso per superare gli abissi che dividono le persone è sempre, comunque, lungo; sempre con quel filo d'ansia che l'altro, in un momento qualsiasi, non voglia, o non voglia più.
    Quel filo d'ansia che forse non dovrebbe esserci, che rischia di rendere ogni cosa troppo carica, troppo tesa.
    Siamo fatti un po' alla cazzo. Tu e io, dico. Anche molti altri, ma adesso dico tu e io.
    Ciao

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  2. E c'entra molto (me ne accorgo ora, un minuto dopo) il titolo che hai messo: mi sbraccio e abbraccio. Mi sbraccio per far segni, per dire: sono qui, ti voglio abbracciare. Poi tante volte non c'è nessun abbraccio. E quando c'è, dopo un po' mi s-braccio, mi dis-abbraccio perché l'abbraccio mi trattiene troppo stretto, e ricomincio a far segni sbracciati. E però non voglio perdere l'abbraccio. E forse questa è follìa e finisco a buttare le macchine nel cassonetto. Era una bella Facit, solida, del 1968, mancava un pezzetto del meccanismo, forse difficile da trovare ma si poteva fare, al tornio magari, se conosci qualcuno che sa usare la fresa e il tornio. La fresa e il tornio mi hanno sempre affascinato: creare piccoli precisi pezzi metallici. Ma non ho mai fatto l'operaio, tantomeno specializzato, che bisogna essere specializzati. Probabile poi che oggi anche la fresa e il tornio siano molto computerizzati, come quasi tutto. Gli abbracci no, non lo sono, computerizzati, non lo sono e non lo saranno mai.

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  3. Gli intrecci tra personale e pubblico sono un po' soggettivi, temo.
    Per me è personale raccontare una mia esperienza o un ricordo della mia vita o far vedere una mia foto di un compleanno o di un pezzo di casa mia molto più che non dare il mio nome e cognome o pubblicare o che vengano pubblicate mie chat. C'è pure da dire che forse parli di cosa è segreto e cosa no e allora forse bisognerebbe dirlo. Come a dire, caro Claudio ti dico che ho una figlia di un anno e te la faccio vedere e riprendere, ma non pubblicarla in un luogo visibile perchè non voglio che la vedano altri perchè sto raccontando questa cosa a te e basta, perchè è confidenziale. Io questo lo faccio molto poco e per questioni realmente molto importanti come Nadine per via di situazioni delicate quali un padre che non ho più da cinque anni o il padre genetico di Nadine per cui ci sono pure beghe legali di mezzo oltrechè tanti altri problemi e fastidi qualora lui abbia informazioni su me o mia figlia.
    Poi si potrebbe dire pure che è un po' assurdo parlare di 'invasione della privacy' nel pubblicare uno stralcio di conversazione, tanto più se all'interno di un testo, tanto più se non è facilmente riconducibile a delle persone concrete se non per chi legge ed è già coinvolto perchè ha vissuto direttamente quelle conversazioni. Sono mail reali, chat e quant'altro per te che lo sai, non per i miei lettori o per persone sconosciute che potrebbero leggere il blog.
    Tanto più assurdo trovo questo discorso se pensi che in qualunque testo un qualunque autore definibile dignitosamente tale racconta molto intimamente perfino i gesti, la vita, gli sguardi, le smorfie, i momenti delle persone o dei personaggi di cui scrive e sono a mio avviso molto più intimi, personali ed eventualmente 'trasparenti' ed identificabili di una conversazione in chat.
    Ancora più insensato mi pare pensare che FB mi banni il profilo di punto in bianco perchè pubblico un testo (per altro su fb c'era forse solo un testo di questo genere che hai letto perchè ti ho direttamente e onestamente taggato) con conversazioni. Certo a meno di segnalazioni di abusi in tal senso. Quel che voglio dire è che solo tu e io sappiamo che certe cose sono tratte da conversazioni o da mail e via dicendo. Paradossalmente potrei aver inventato o recepito quelle info (il nome Eva o altre cose) semplicemente leggendo in giro e osservando. Così come ugualmente qualsiasi cosa uno scrive sia che sia sotto forma di dialogo che non potrebbe essere ispirata da qualcuno anche molto intensamente e potrebbero capirlo le persone che lo hanno vissuto o addirittura neanche quelle. Può essere addirittura un processo quasi inconscio. Vogliamo censurare dunque tutto questo? si può fare. ma significa censurare la scrittura in sè che a mio avviso, certo, può essere invenzione creativa, ma a me piace che crei dal vissuto (che poi ci costruisca su con la fantasia è un'altra forma di vissuto pur sempre a suo modo concreta) e che sia quanto più possibilmente vicina al vero sentire, al vero vivere, al vero raccontare. E' una questione quasi etica verso il lettore, verso se stessi e pure di onestà intellettuale per evitare di scrivere esclusivamente baggianate. Non che equivalga a una garanzia di non scriverne, certo.

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  4. In questo senso potrei tranquillamente dirti che quel testo non è un insieme di conversazioni, ma è una mia immaginazione di dialogo avvenuto con qualcuno, un personaggio fittizio e che tu ti ci ritrovi dentro o che per caso coincidentalmente somiglia a qualcosa che abbiamo anche scritto in qualche mail forse o che quelle mail mi hanno ispirato una storia che però nulla ha e vuole avere a che fare con le mail, ma è qualcosa di fantasioso che metto in bocca a dei personaggi altrettanto di fantasia.
    Insomma devo scrivere al fondo la famosa postilla che garantisce che non ci sono correlazioni con la realtà perchè chi ha vissuto con me ciò che scrivo si senta 'tutelato'? a me sembra tutta una grande farsa forzata e per questo non mi presto e non ho alcun problema a postare delle mie cose personali (col mio concetto di personalità e quanto già fin qui spiegato) così come non ho remore a descrivere un mio vissuto sia quando racconto di un pub e di un'esperienza vissutaci, sia quando riporto un dialogo, sia quando quel dialogo lo invento e lo infilo in bocca a un personaggio che mi somiglia o non e infilo il personaggio in un locale dentro a un romanzo. la chiamo arte o scrittura o difficile cordiale rapporto tra realtà e illusione.
    sembra tutta una paraculata?
    a me sembra paraculo trovarsi in difficoltà se una propria conversazione è pubblicata (a meno che non ci siano dei motivi fondati e dichiarati), mi sembra paraculo non saperlo ammettere magari neanche a se stessi e mi sembra paraculo vivere una cosa e poi sentirsi in imbarazzo nel fatto stesso di guardarla allo specchio.
    non ho capito chi è c. e non ho capito che centra la macchina da scrivere per me.
    così come non capisco il collegamento col discorso delle mail di eva...ha letto qualche mio scritto e ha trovato un'invasione d'intimità? non ho capito
    dimenticavo. trovo altrettanto poco sensato considerare 'invasione di privacy' o poco corretto e via dicendo ili leggere qualcosa on line e poi non considerare altrettanto o ancor meno corretto dire le cose dal vivo, a voce,. se tu consideri che non si deve imporre ad altri la scelta di confidare ad un'altra persona qualcosa che consideri personale, non dovresti neanche raccontarlo a voce, non solo non copiarlo in una mail o in un post.
    tu credi davvero che sia più intima una conversazione in cui mi spieghi di eva piuttosto che la tua poesia in cui mi racconti di alcuni momenti specifici vissuti con eva?a me sembra assurdo che chiunque Scriva possa pensarlo. delle volte ho scritto di miei momenti, personali, per fare un esempio facile provo ad esprimere cosi il concetto: scopo con uno. immediatamente dopo mi viene l'ispirazione (parola odiosa) per scrivere una roba. la pubblico. solo io e al limite lui (e spesso solo perchè mi ha vista andare al pc o al quaderno e poi ha letto la mattina dopo qualcosa di scritto) capirà che parlo di sesso, di sesso reale, di sesso con lui, ma è centomila volte un pubblicare qualcosa di intimo perchè in quella poesia ho occupato quel momento e ho messo dentro la sensazione e trasmesso - se va bene - agli altri la sensazione di quel momento. è come mettere la telecamera su una scopata? tu credi che qualcuno si risentirebbe di più sediventa pubblica quella sensazione o se viene pubblicata una chat ? cos'è realmente piu intimo? per me la prima eppure tanti altri stupidamente e superficialmente ritengono la seconda e sono gli stessi che se leggono una poesia (o la scrivono) su un momento e un'atmosfera cosi tanto intima non solo non hanno niente da ridire, ma ne vanno addirittura orgogliosi.

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  5. alberto forse direbbe che sono tutti filtri e che le persone tendono a nascondersi anche in queste superficialità stupide.
    ora viene facile chiacchierare di libertà e tirare le somme senza avanzare parole per la sostanza del mio discorso dicendo che io per me e le mie sensazioni posso fare come mi pare, ma se le cose compromettono qualcun altro allora bisogna pensarci bene su. rispondo: ci ho ben pensato ogni volta che scrivo e ritengo, appunto, che sia tutto un compromettersi già solo vivere con qualcun altro qualcosa (e bada che non intendo convivere per forza) lo si puo vivere pure guardandosi un secondo in metro o raccontandosi una storia. allora censurare tutto questo in nome di una fantomatica libertà rispettosa di tutti vorrebbe dire non vivere. non scrivere. e non c'è niente di rispettoso in una non vita e in una non scrittura, per me.
    parlare addirittura di violenza poi è proprio uno sproloquio. la violenza la si fa facendo soffrire una persona perchè non la si è guardata abbastanza o non si è rimasti ad ascoltarla quando aveva gli occhi palesemente tristi e non si è avuto voglia o capacità di accorgersene e condividere quel silenzio per non farla sentire sola, violenza è non dare attenzione reale all'importanza di una persona accanto (pure una persona che incontri in metro o con cui ci vivi una vita) perchè è tutto un 'passare', è tutto superficialmetne giudicabile o nemmeno giudicabile perchè si diventa indifferenti e incuranti persino di quello e non certo x rispetto dell'altro.
    violenza è rispondere ogni giorno con sufficienza e senza guardarle in faccia alle persone. violenza è far passare tutto come fosse niente. ebbene,
    io i miei momenti e la mia vita quando la vivo e quando penso per qualche motivo che ne valga la pena la fermo. la fotografo. e la piazzo anche pubblicamente perchè tanto, ci piaccia o no, per quanto ci nascondiamo e rinchiudiamo nel privato, abbiamo contatto e bisogno dell'altro quasi sempre quasi tutti ed è tutta una presa in giro il dirsi di no. siamo tutti estranei e tutti liberi verso gli altri. liberi di farsi violenze in modi diversi. liberi di vivere gli attimi e le conversazioni e i fatti in maniere diverse. liberi anche di rompersi il cazzo e non leggere più o persino di fare scelte diverse, più radicali, interrompere rapporti e storie. liberi di capire cosa vale la pena e cosa è semplicemente chiacchiera che passa, superficialità senza valore.

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  6. per me ha molto più valore l'emozione di te (non per me per forza, in generale) che leggi e ti ritrovi dentro o ricordi o rileggi con una visione diversa sapendo che è pubblico o l'emozione di un estraneo che legge e carica la conversazione di un suo senso nella sua storia, delle sue percezioni o persino non si sente solo (accade persino con i libri, figuriamoci con le persone). molto più valore di una eva (per dire) che si può risentire perchè ritrova un nome simile al suo in un testo su un blog che probabilmente non leggerà mai nemmeno qualcuno che lei conosce o che quanto meno non lo ricondurrà a lei.
    non posso esserci in QUEL momento in cui ti ha chiesto il numero di scarpe (per dire), neanche se lo racconto.
    un lettore non può esserci nella conversazione via mail tua e mia, neanche se la legge e riconosce delle realtà che conosce.e poi conosciamo tutti intimamente cose molto più profonde come un pullman la mattina, un albero, il sole, eppure non si scandalizza nessuno se se ne parla. e non veniamoci a raccontare che non c'è intimità in quei momenti che sono tra quelli più intimisti di una vita.
    gli abbracci pure sono spesso ormai computerizzati e qualche volta menomale (quando si riesce a comunicare anche con le parole scritte, anche in un momento immediato, anche senza una faccia di fronte, anche con quella vicinanza diversa che si crea, anche con la sorpresa di riaprire un blog una mattina, anche con una mail che può arrivare in un istante o può arrivare dopo sette anni di colpo perchè un ex amante ti ritrova online e sa la tua vita senza che tu lo sappia perchè ti ha sempre letto, oppure quando copre il computer alcune distanze) e mal venga quando quelle distanze sono troppo crude o quando c'è bisogno di fisicità immediata, palpabile, o quando gli si dà un peso diverso dalle parti o quando c'è solo quello e non si riesce a vedere il resto delle sfumature umane rendendo un po' limitato l'uso del computer come qualcosa di meccanico che poi, dipende, pure scrivere a un personaggio di un libro che ti risponde potrebbe essere interessante.

    abbastanza esauriente?
    m'esprimo alla cazzo 8 volte su 10.

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  7. Sì, certo: e tutto questo genera anche conflitti. Anch'io penso che una mia poesia è più intima, più "nuda", di una foto che mi ritrae nudo, l'ho scritto tanti anni fa questo, mi ricordo. Eppure la poesia va in giro tranquillamente mentre la foto darebbe, più o meno, scandalo.
    Però non esiste solo la violenza del non ascolto, anche se è quella più diffusa, hai ragione. Esiste anche, di fatto, l'invasione, la violazione dello spazio di un altro. Sarà doloroso, ma non si ha SEMPRE il diritto di essere ascoltati. Se io piombassi a casa tua mentre stai addormentando la bambina o stai facendo l'amore e ti dicessi o ti gridassi: "Helen ascoltami, ascoltami adesso!" non andrebbe bene. E, su un altro piano, esistono certo persone che non vuoi ascoltare mai, persone che semplicemente ti danno fastidio: se non sei così, vuol dire che vieni da un altro pianeta, ma non credo.
    Per capire chi è C. vai sul mio blog, dove hai scritto che vuoi la macchina da scrivere! È semplicemente una mia amica che ha letto e che offre in regalo una macchina da scrivere, no?
    Eva non ha letto niente di tuo, tranne se le hai fatto leggere qualcosa in quei pochi giorni fra quando vi siete "amicate" su FB e quando ti hanno cancellata. Mi riferivo a una coincidenza di argomenti, non a un contatto diretto: lei "per caso" (?) mi ha scritto cose che c'entravano con quello che ci stiamo dicendo qui adesso.
    Poi anche il concetto di "superficialità stupide" è soggettivo. Tutto è complesso. Una volta ho fatto delle foto a una festa di amici in casa di Rebecca, un'amica. Normalissima festa. Le ho messe su FB (molti dei presenti alla festa avevano FB) e lei mi ha scritto di toglierle perché non vuole che si veda la sua casa. Non è una base segreta di una cellula terroristica, è un normale appartamento, ma lei lo vive in un modo che non vuole che ne vadano su FB le immagini.
    Forse a me è incomprensibile, ma questo mi autorizza a non rispettarlo? Ho subito tolto le foto...

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  8. (comunque gli abbracci veri danno più vita degli abbracci di parole - per me, almeno - questo non significa che io non apprezzi gli abbracci di parole - ne uso a miliardi di parole, sono un poeta, no? - ma forse proprio per questo...)

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  9. E ora esco fuori nell'intimo e nello stesso tempo non intimo fresco della sera.

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  10. Tornato nel tiepido della casa, mi vien da aggiungere ancora: ricordiamoci, parlando di certe dinamiche, che ci siamo dentro anche noi, che abbiamo la stessa impronta. Io dico e scrivo che in una mia poesia sono più nudo che in una foto nudo, però ti porto/mando/regalo poesie e non foto di me nudo: mi sembrerebbe sconveniente (ma se ne vuoi dimmelo , ne ho!). E lo stesso fai tu con me, mi mandi parole. E le esperienze sono svariate, e leggere e scrivere è bello e importante, ma non è l’esperienza universale e necessaria ed esigibile da tutti (ne esistono?). Forse Eva, quando Federico le ha proposto di leggere quel brano, era la prima volta che sentiva nominare Fante e Chiedi alla polvere e Lopez. Quindi poteva anche confondersi in Perez. Ha fatto la cameriera, la modella, una scuola di fotografia a Barcellona, la hostess. Per dirla con un cortocircuito letterario: di sicuro Camilla Lopez, la cameriera messicana immigrata, non ha mai letto Fante. Ma è splendida senza averlo letto. D’altronde io quel libro l’ho scoperto e letto dieci anni fa, quindi in età già molto adulta. Stiamo attenti a non ricadere noi stessi in atteggiamenti che critichiamo, tipo lo snobismo culturale. Io sono abbastanza ignorante, ci sono miriadi di libri «assolutamente obbligatori» che non ho mai letto. Non ricordo che famoso scrittore francese, lui sì divoratore di libri, scrisse la famosa frase: «Ogni notte d’amore è un libro letto in meno». Lui intendeva che valgono più i libri che fare l’amore. Ma si può leggere anche al contrario. Io preferisco l’amore (e i sogni). E ho quindi molti, molti libri letti in meno. Dopodiché va bene, va bene qui con le parole, vedi che ne sto scrivendo, esagero a scrivere parole, quasi peggio di te. Ma la vita non sono le parole. Le parole la raccontano, ma prima bisogna viverla. Se no, oltre tutto, c’è ben poco da raccontare. Stasera vado a letto presto, sono proprio a pezzi. E spero che la tua piccola ti faccia dormire, anche a te. Domani sera legge poesie Arsenio alla libreria Massena 28, ci vieni? Io ci vado, probabilmente con alcuni amici che arrivano dalla Liguria. Se hai bisogno di un passaggio al ritorno, non c’è problema. Buona notte. Ciao

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  11. ci sono intimità di tipo diverso. io parlo in questo caso di scrittura e di come sia considerato normale e legittimo raccontare fin nei minimi dettagli sentimenti molto molto intimi e invece per cose molto più superficiali come una chat si sia pronti ad urlare allo scandalo (o quasi, comunque parlando in generale, non per forza di te qui e ora).

    non era mia ambizione nemmeno fare un trattato sui tipi di violenza. commentavo un tuo termine usato a mio avviso in maniera troppo forzata e sconsiderata visto il tenore ed il tipo di cose di cui si stava parlando.
    sconsiderato non perchè non ci siano tipi di violenza che passano inosservati e sono quotidiani (come quelli che ho riportato e che, anche qui, passano troppo superficialmente come 'normali', mentre poi si accusa di violenza a sproposito per cose di molto meno valore quantomeno laddove provenienti da una persona non cara ...... attenzione! sarebbe un discorso lungo, prendilo per ciò che dico, ripeto: non vuole essere un trattato sulla violenza!), sconsiderato perchè la violenza è una cosa seria anche quando perpetuata ogni giorno in maniera flebile e non si possono in questi casi, a mio avviso, usare termini a sproposito.

    arriviamo poi al discorso sulla libertà. io non ho violato alcuno spazio altrui nello scrivere un testo sul mio blog. come ti dico qualsiasi cosa scrivo trae spunto concreto da cose che sento molto intime e che, volenti o nolenti, quando più quando meno implicitamente, coinvolgono terzi. si chiama vivere e sì chiama Scrivere a mio avviso. con questo non ritengo di aver creato danni o potenziali danni ad alcuno nello scrivere su un mio blog un mio testo di una mia conversazione avuta con chicchessia.

    è chiaro che pubblicare foto di un'abitazione privata sia cosa comunque diversa, non per questo che condivida, ma comunque di stampo diverso anche nel tipo di privacy e di potenziale fastidio che può crearne la pubblicazione.

    ribadisco che c'è intimità e intimità e c'è pubblico e pubblico e privato e privato. a mio avviso è più privato riuscire a dare l'emozione del sesso appena fatto con una persona a un estraneo che non pubblicare uno stralcio di conversazione con qualcuno (ammesso che un lettore altro di fatto ci sia) in modo che possa leggerlo eventualmente un potenziale pubblico che comunque non capirà nè troverà riscontro più che immaginario o fantasioso (tanto quanto i personaggi di un libro che non sapremo mai se sono inventati o sono persone reali ben precise raccontate ogni giorno da migliaia d'anni fin nei tratti somatici) in quello scritto.

    anche lo leggesse qualcuno 'coinvolto' (facevo in questo senso il nome di eva che nello scritto è nominata), potrebbe - come dico - essere opera di fantasia così come ritengo che non abbia senso un sentirsi profondamente toccati da un citare di una persona che manco si conosce tanto più in un contesto come quello che ho usato io (senza richiami troppo precisi, senza giudizi, prevalentemente scherzoso come era lo stile della chat stessso).

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  12. non è nelle mie libertà pubblicare uno stralcio di conversazione con un altro?
    perchè: la libertà di quell'altro di non voler eventualmente pubblicata una conversazione con me prevale sulla mia impedendomi di fare (sul mio blog, in un mio testo, con una mia conversazione) cosa mi pare? beh, se vogliamo proprio prenderla seriamente, le leggi di uno stato sono - tirando le somme - fatte apposta per stabilire criteri entro cui ricondurre le libertà 'concesse' e quelle considerate 'illegali'. anche in questo caso, nel contesto di cui si parla, temo che avrei ragione io.

    in merito ad un'onestà e rispetto verso i coinvolti ritengo inoltre che non abbia senso discernere tra 'confidenze' verbali e 'confidenze' scritte. se una cosa la ritieni veramente profondamente personale e intima tra te e un terzo elemento da non renderla confidenza con altri, non la rendi e basta. non è che va bene se detta a voce e non va bene se scritta oppure va bene detta a voce, ma solo se quel terzo non ha modo di venirlo a sapere. di scorrettezza, reale, ne vedo più qui che non in un pubblicare onesto e tranquillo di una storia o di un qualcosa.
    credo comunque che esistano limiti che non si possono comunque valicare: io di fatto non sarò mai parte di quell'incontro allo sbarco, per dire, per quanto lo possa raccontare. quel momento è stato vostro (o addirittura può essere stato solo tuo e solo suo) e sarà per sempre così che lo si voglia o lo si riscontri o meno. davanti a questo fatto non ha senso comunque far troppe polemiche o farsi troppi problemi se qualcun altro raccontandolo in qualche modo 'viene coinvolto in uno spazio non suo'. ed in questo senso parlavo di valore. valore di momenti che tale rimane a prescindere da qualsiasi altra cosa che con quei momenti non centra.

    proprio a proposito di libertà, di rischi e di valore delle cose: personalmente agisco in base ai miei 'valori' e tra questi oltre al rispetto per gli altri e ad un'attenzione per gli altri (cosa a cui non penso di essere stata poco coerente), c'è anche quella di una valutazione di priorità di cui è fatta la vita e di, appunto, valore che si dà alle cose. per me ha avuto evidentemente più valore pubblicare un qualcosa che potesse suscitare una emozione in alcune persone e fermare un momento piuttosto che i potenziali capricci di qualche persona nel sentirsi superficialmente 'toccati' negativamente da un mio ipotetico citarli in un testo innocuo e rispettoso e potenzialmente fantasioso senza loro precedente esplicito consenso.
    se per altre persone che si sentono coinvolti nel mio scritto letto sul mio blog hanno priorità diverse come quella di non provare un'emozione nel leggersi attraverso il mio testo, ma sentirsi piuttosto in qualche modo offesi da mie ipotetiche citazioni delle loro persone, son libere di comportarsi in maniera diversa dalla mia nei loro spazi e nelle loro vite, così come nei confronti di questo testo da me scritto. la legge esiste per regolare i conflitti. il dialogo, in teoria, pure. delle volte sarebbe più opportuno vivere emozioni piuttosto che accanirsi con paturnie e paranoie, ma esistono ovviamente opinioni diverse e sensibilità diverse ed esigenze diverse.

    detto questo: se nessuno ti ha fatto rimostranze a causa mia e tu stesso hai detto fin dal principio che non hai alcun problema col testo, queste masturbazioni mentali a che pro?!

    più chiaro? boh.

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  13. se ti sembrerebbe sconveniente pubblicare tue foto nudo piuttosto che scrivere tue poesie nudo, forse è perchè hai in realtà una concezione diversa tu stesso delle due cose.
    in ogni caso credo di aver già risposto a questo punto cercando di rendere più chiaro il mio pensiero iniziale.
    è un po' lo stesso discorso della libertà di pubblicare una casa,....in qualche modo. io credo che laddove non trovi sconveniente pubblicare tue foto nudo lo faresti tanto quanto lo fai con le poesie (io sul mio blog ho foto mie poco meno che nuda...ti potrei pure dire che ci sono foto completamente nude di me vestita che sono molto più intime per me anche se riprendono un dado di stoffa o una biglia o una fontana o una me con gli occhiali scuri,....e che ci sono mie foto in biancheria intima o in costume con cui ho molto meno senso di 'intimità' scoperta). avevo personalmente interesse a conoscere meglio alcune tue storie e non alcune tue parti del corpo dunque sono stata personalmente interessata a chiederti di leggere poesie o di raccontarmi meglio alcuni episodi piuttosto che foto (ciò non toglie che laddove hai invece tu piacere o esigenza di mandarmi foto per raccontarti puoi ugualmente spiegarti in tal senso e un tuo mandarmele non mi manderebbe, credo - ma questo 'credo' è perchè son stronza xd -, in crisi esistenziale).

    non pretendo che la scrittura sia esigenza o urgenza di chiunque infatti sono io che scrivo e pretendo che non mi sia tolta, senza motivo, la possibilità di far fronte alla mia urgenza nei miei spazi senza far male ad alcuno,
    mica pretendo che scrivano o leggano o capiscano gli altri.
    però tutto ciò a patto che gli altri non pretendano che la mia priorità sia il farsi servizi fotografici nudi e pubblicarli su internet piuttosto che non scrivere storie e fermare momenti che ho voglia di fermare. la conversazione tra te e me sempre mia e tua rimane.

    il riferimento al discorso di fante/camilla lopez è a mio avviso ancora una volta eccessivo e fuori luogo. io ho fatto riferimento in maniera palesemente ironica al fatto che 'non si può sbagliare lopez con perez tanto più se ci si immedesima anche solo per una sera in camilla lopez'. questo non vuol dire che mi senta profondamente offesa da questo tragico fatto o che manderò una collezione di libri di john all'indirizzo di eva (anche se...in effetti....).
    che io ritenga ed esprima come mia personale priorità e mio personale pensiero l'importanza di sapere ciò di cui si parla o che si recita piuttosto che l'importanza di un 'certo' bagaglio culturale non vuol dire che lo debba sentire e condividere anche un altro, ma sono libera di esprimerlo? io parlo per me, mica per eva. tu parli per eva invece?
    non significa comunque nemmeno che non ci possano essere sviste, errori, distrazioni, ....ma anche ironie? o no?
    non significa infine che io abbia necessariamente e fino in fondo farmi bella di chissà quale bagaglio culturale....pure io sai quante robe da leggere FONDAMENTALI ho? fante stesso, per esempio.
    non cambia di una virgola il mio pensiero e tutto il resto espresso fin qui secondo i miei canoni. battute comprese.
    una persona intelligente (ma neanche poi tanto) qualsiasi credo potrebbe comunque tranquillamente capire che lo scherzare insistendo sull'errore lopez/perez era evidentemente funzionale all'esprimere un particolare amore, propensione, 'legame' per la storia di fante, piuttosto che un parlare e far le pulci effettivamente ad eva (a cui difatti manco ho fatto battute sulla cosa pure se avrei avuto i mezzi per).

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  14. il fatto che si senta per la prima volta una storia che ci viene chiesto di interpretare anche solo per una sera, per la mia concezione, non è comunque un'attenuante per avere minore attenzione verso ciò in cui in quel momento ci si immedesima. anzi! l'attenzione, se non conosci una cosa e accetti di farla, dev'essere doppia. ciò non toglie tutto quanto fin qui detto su sviste e così via. e che ovviamente parlo sempre per me e per il mio modo di vivere le cose. è un mio raccontarmi anche questo, di fatto. tu invece mi racconti cosa fa, ha fatto, farebbe e farà/potrebbe forse pensare/vivere/confondere/sentir come violenza eva fino a quando?
    non credi sia più questo tuo un invadere gli spazi altrui?
    non credi sia più questo un invadere le intimità e libertà altrui, eventualmente?
    e poi te la prendi a male se racconto cose che riguardano terzi e mi dici che faccio la violenza e dovrebbe esserci attenzione per i modi altrui di essere?
    io almeno parlo e mi esprimo (anche quando racconto storie altrui) per me. non faccio finta di inserirmi al posto di un altro. magari eva (speriamo) pure leggesse (cosa che non le fregherà minimamente di fare visto che sarà impegnata con la collezione di john) (speriamo) non sarebbe minimamente ferita, per dire, si sentirebbe onorata addirittura di essere personaggio di un testo oppure si metterebbe a ridere o rimarrebbe indifferente o si sentirebbe offesa dal tuo sentirti offeso per lei che non è offesa o che lo è ma ci si sente ora doppiamente perchè non le hai lasciato la SUA libertà d'offendersi, offendendoti per lei, al posto suo, nella testa e nelle vesti sue o delle sue camilla 'perez' che siano).

    camilla non ha mai letto john fante, forse, questo john fante non ce lo dice. non ha letto ad ogni modo neanche arturo bandini, almeno prima di conoscerlo, ma che c'azzecca?
    io mica ho detto che eva non ha mille motivi per non essere splendida.
    nemmeno ne faccio questione di superiorità letteraria o snobismo. stiamo attenti alle etichette che appiccichiamo.

    io pure forse credo che vale di più una notte d'amore. anche perchè subito dopo ho un sacco da scrivere! :-p

    bene, sembra che la piccola almeno per ora dorma (ti faccio notare che hai detto in pubblico che ho una piccola e pretendi pure che io ti risponda se parteciperò ad un appuntamento e ti risponda pubblicamente oppure che implicitamente pubblicamente dichiari di fatto di essere persona che non dice pubblicamente se partecipa a degli eventi. ma dico: non ti sembra d'esagerare? qui s'invadono i miei spazi, la mia privacy e pure la mia libertà di dire o non dire che non voglio dire, neanche implicitamente! eccheccazzo! sei un po' violento.e mi cadi nelle cose che critichi. mannaggia)

    comunque, scemenze a parte, domani vado a sentire federico che mi dicono suonare dalle 16 alle 19. poi era in programma che venissi da arsenio, ma era in programma pure che la piccola la tenesse mia mamma, cosa che mi avrebbe concesso questo giro senza farmi problemi di organizzazione con lei per pasti, cambi, stanchezze e via dicendo. mia mamma si vede con mia sorella perchè mia sorella ha cambiato idea sui festeggiamenti del suo compleanno ed anzichè farli domenica, com'era previsto inizialmente che fosse tant'è che dovevo esserci pure io, li anticipa a sabato sera e nadine sta con me. da questo se ne deduce che non ce la faccio anche da arsenio perchè per la piccola sarebbe troppo, anche per andre a dire il vero, comunque, sarebbe un problema sia per i pasti, sia per cambiarla e via dicendo. non ho neanche l'appoggio da mio nonno perchè anche lui è da mia sorella e sarebbe dunque troppo problematico.
    un tuo passaggio? ma non hai detto che sei con amici? ma poi non sai neanche dove abito e poi sto a ciriè, mica dietro l'angolo. comunque sarebbe poco fattibile pure così, organizzativamente parlando.

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  15. Mi sono alzato, ho letto, ma adesso devo fare il lavoro di stamattina, non posso risponderti bene subito. Noto solo, a caldo, che è sempre difficile intendersi in queste battute scritte: si confondono considerazioni generali e personali, e tante cose... Per esempio è chiaro (a me) che per la privacy non mi riferivo né a te né a me né tantomeno a Eva, era un discorso generale, molta gente è suscettibile su cose che a me neppure verrebbero in mente, ed è difficile mettersi nei panni degli altri. Queste cose generali poi possono toccare anche noi. Ti faccio un esempio: ho notato come quasi tutte le mamme siano incredibilmente (incredibilmente per me) gelose delle immagini dei loro figli, fossero anche foto di gruppo a scuola, foto banalissime, semplicissime: anche mia figlia mi ha detto di non mettere mai nel blog foto dei miei nipoti, ossia dei suoi figli; e tu mi hai detto di togliere dal video dello Sbarco i punti in cui compariva tua figlia, cosa che mi ha costretto a tagliuzzarlo un bel po'. E tutte le altre mamme che conosco, uguale; e mi domando perché una cosa così generale, che coinvolge praticamente mamme di ogni classe, cultura e generazione, da mia nonna a te, a me risulti così totalmente incomprensibile: io non troverei nulla di strano a mettere in un blog o comunque in pubblico una foto di un mio figlio di un anno che muove i suoi primi passi su un prato, per dire, o simili. Lo troverei semplicemente simpatico, naturale. Ecco, vedi, adesso ho fatto due esempi "personali" (tu e mia figlia) ma per dire una cosa "generale" (noto che tutte o quasi tutte le mamme sono gelose delle immagini dei figli). A volte si fa casino con questo intreccio.
    Comunque se mandi a Eva i libri di Fante poi dammi il suo indirizzo, che da quando ha cambiato casa io non ce l'ho e mi piacerebbe mandarle almeno una cartolina. (Ovvio che questa è una battuta...)
    Ed è vero che non ho neanche il tuo, indirizzo, e mi piacerebbe averlo, per mandare almeno una cartolina anche a te. E per stasera, nel caso, gli amici tornano in Liguria dopo la lettura di Arsenio, e a Ciriè ti porterei io con la mia vecchia Panda verdina, una delle auto più comuni e anonime che esistano, che per trovarla al parcheggio spesso devo leggere la targa. Adesso mi devo mettere proprio al lavoro. Gli amici liguri arrivano fra le undici e mezzogiorno. Buon sabato! Ciao

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  16. bene! ora hai messo in pubblico anche tu alcune informazioni di mail/chat/sms/.... ;-)
    ad ogni modo con le immagini dei bambini è facile che i genitori vogliano delicatezza e internet è una risorsa, ma esistono anche tanti 'pericoli' (anche solo per un'immagine) che è bene tutelare.
    ognuno poi ha i suoi motivi specifici, magari. io ne ho alcuni belli chiari e te li ho anche un po' chiariti.
    non mi aspettavo questo genere di risposta che trovo poco coerente a ciò di cui si stava dicendo, ma si vede che eri effettivamente di fretta o boh.
    alla panda verdina bisognerebbe anche direzionarla.. tu mi sopravvaluti! io ho il senso d'orientamento di un crostaceo giapponese su marte. a parte tutto, comunque, mi sa che stasera salta e basta.

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Dicevi?